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Čajkovskij contemporaneo: Rysanov dirige una prima assoluta e un doppio Čajkovskij

Čajkovskij contemporaneo: Rysanov dirige una prima assoluta e un doppio Čajkovskij Čajkovskij contemporaneo: Rysanov dirige una prima assoluta  e un doppio Čajkovskij“Le gocce di pioggia, quando le ascoltiamo, sembrano ordinate o disordinate a seconda della nostra concentrazione. Un po’ come le stelle. Siamo noi ad attribuire delle forme, ma nessuno le ha scritte, non sono disegnate.” È con questa postura che diventa un’esperienza l’ascolto di Tropfen II (laddove “Tropfen” in tedesco significa “gocce”), un lavoro sinfonico commissionato da laVerdi a Vittorio Zago e vincitore del premio SIAE – Classici di oggi 2018-2019, in programma nella stagione dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi giovedì 27 febbraio alle ore 20.30, venerdì 28 febbraio alle 20.00 e domenica 1°marzo alle ore 16.00. Esso viene eseguito in una cornice firmata Petr Il’ič Čajkovskij: la Serenata per archi in Do maggiore op. 48, che scorre nelle vene dell’Orchestra Verdi fin dagli albori essendo stata eseguita nell’ambito del concerto inaugurale in quel lontano 13 novembre 1993, e la Sinfonia n. 6 in Si minore op. 74 “Patetica”, altro grande classico de laVerdi. Ancora una volta, l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi scommette sull’accostamento di brani del repertorio a nuove composizioni mai sentite finora, e lo fa insieme a un direttore che ha ormai un rapporto di amicizia con questa orchestra. Esattamente un anno fa Rysanov imbracciava la viola e calcava il palco dell’Auditorium di Milano con un programma tutto russo: Stravinskij, Prokof’ev e Dobrinka Tabakova, in veste di direttore e di solista. Come del resto nel 2017, quando, duettando con l’attuale Artista Residente Domenico Nordio, offriva al pubblico di Largo Mahler un programma interamente dedicato a Mozart, oltre a Fratres di Arvo Pärt, e nel 2018, con un repertorio sovietico (Prokof’ev e Šostakovič). Quest’anno Rysanov torna a dirigere l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, e si misura con una prima assoluta, un’interessantissima composizione di Vittorio Zago, compositore classe 1967 formatosi con Azio Corghi e Bruno Bettinelli, che con la sua composizione Tropfen II, cerca di attuare una profanazione dei rituali che tradizionalmente connotano i concerti di musica classica, e in cui l’atipica disposizione dell’orchestra sul palco e l’utilizzo di strumenti non consueti come armoniche a bocca e tubi corrugati creeranno un bellissimo e suggestivo contrasto con le composizioni di Čajkovskij. Un brano orchestrale per 59 elementi, quasi il doppio rispetto ai 32 di Tropfen I, brano che fu commissionato allo stesso Zago dai Brandenburger Symphoniker, che ottenne un unanime consenso di pubblico e critica.

Conferenza

Il concerto di giovedì 27 febbraio sarà preceduto alle ore 18.00 da una conferenza introduttiva nel foyer della balconata dell’Auditorium. Ingresso libero.

Biglietti: euro 15.00/36.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari d’apertura: mar./dom. ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2.

on line: www.laverdi.org / www.vivaticket.it .

Giovedì 27 febbraio 2020 ore 20.30

Venerdì 28 febbraio 2020 ore 20.00

Domenica 1° marzo 2020 ore 16.00

Auditorium di Milano, largo Mahler

Petr Il’ič Čajkovskij Serenata per archi in Do maggiore op. 48

Vittorio Zago Tropfen II

Petr Il’ič Čajkovskij Sinfonia n. 6 in Si minore op. 74 “Patetica”

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Direttore Maxim Rysanov

Programma

Petr Il’ič Čajkovskij – Serenata per archi in Do maggiore op. 48

La Serenata per archi in Do maggiore op.48 fu eseguita per la prima volta a San Pietroburgo nel 1881, e va a inserirsi in un periodo compositivo profondamente segnato dal dolore del compositore per la perdita del padre. La Serenata per archi fa parte di quel gruppo di composizioni costituite da Ouverture 1812, Capriccio Italiano e Secondo concerto per pianoforte e orchestra. Questa composizione fu dapprima pensata come un Quintetto, composto da due violini, una viola, un violoncello e un contrabbasso, ma in seguito Čajkovskij decise di ampliare questo progetto, non solo nell’organico, quanto anche nella forma e nelle sonorità. Per dirla con Giacomo Manzoni, si tratta di un lavoro in cui emerge l’ammirazione per Mozart, in cui il compositore russo dà spazio a un comporre “terso e lineare”. La Serenata per archi è composta da quattro movimenti: Pezzo in forma di Sonatina. Andante non troppo – Valse. Tempo di valse. Moderato – Elegia. Larghetto elegiaco – Finale. Tema russo. Andante.

Vittorio Zago – Tropfen II

Composizione commissionata dall’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi a Vittorio Zago. Prevede un organico di 59 elementi, e si accosta alla precedente Tropfen I, composta invece per 32 elementi, e rispetto a quest’ultima sta senz’altro in un rapporto di continuità. Come afferma il compositore stesso: “Dopo la prova generale di Tropfen I in Germania, il direttore d’orchestra disse che si trattava di una sorta di lotta con il metronomo, da parte sua, anche se in realtà non era così, quanto la sottrazione del suo ruolo univoco di concertatore. Rendere l’orchestra autonoma, senza direttore, oppure il fatto che un altro elemento s’inserisce fermando il direttore d’orchestra fa parte di questa parziale delegittimazione del direttore d’orchestra”. Infatti, sul palco dell’Auditorium di Largo Mahler, ci sarà, oltre all’Orchestra e al Direttore, un metronomo, che scandirà una sorta di tempo parallelo. Ma non solo. L’uso di 24 armoniche a bocca, affidate agli archi, per creare delle sorte di cluster triadici, come delle armonie che poi, grazie all’utilizzo dei tubi corrugati, si sposteranno verso il retro dell’orchestra, che sarà in una disposizione inusuale. Trasformazione, movimento delle armonie nello spazio, “pertinentizzazione del non pertinente”, delegittimazione del ruolo del Direttore d’Orchestra e profanazione dei rituali tradizionali: questi sono i concetti-chiave per capire Tropfen II di Vittorio Zago.

Petr Il’ič Čajkovskij – Sinfonia n. 6 in Si minore op. 74 “Patetica”

Sulla Sinfonia n. 6 “Patetica” così Čajkovskij si espresse scrivendo al fratello nell’agosto del 1893: “La ritengo la migliore, e precisamente la più compiuta delle mie opere. L’amo, come fino ad ora non ho mai amato nessun’altra delle mie creature”. Difficile da credere, se si pensa che i primi schizzi della “Patetica” risalgono all’autunno del 1892, e ancor più del solito il compositore è incerto sul valore di ciò che scrive, e distrugge così quelle prime bozze e la riscrive di getto nel marzo 1893. La prima esecuzione fu diretta dall’autore a Pietroburgo il 28 ottobre di quell’anno. A fine novembre l’autore morì di colera. Articolata in quattro movimenti (Adagio. Allegro non troppo – Allegro con grazia – Allegro molto vivace – Adagio lamentoso. Andante), la Sinfonia n.6 è una sinfonia dalle tinte accese, ed è fortemente intrisa di una disperazione che raggiunge il suo culmine nell’ultimo movimento, che si apre con il celeberrimo tema di un’efficacia espressiva inusitata, divenuto uno degli emblemi di Čajkovskij. Ultimo movimento giustapposto al finale di un terzo tempo che termina in uno spirito marziale, quasi da fanfara, in una contrapposizione (quasi) violenta per chi ascolta. Il movimento procede in un clima di profonda disperazione, e termina a poco a poco lasciando che il tema sprofondi nel registro grave, inabissandosi, fino a che la musica non si spegne, quasi come in dissolvenza. È l’epilogo dell’avventura compositiva del compositore russo, di una carriera sofferta, un’esistenza tormentata, come emerge prepotentemente dal romanzo biografico del 1935 dedicato a Čajkovskij da Klaus Mann, intitolato, appunto, Sinfonia Patetica.

Biografie

Vittorio Zago compositore

Oltre agli studi accademici che gli hanno permesso di conseguire la laurea in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano e il diploma in Pianoforte, si è concentrato soprattutto sulla composizione studiando con docenti quali B. Bettinelli e A. Corghi con il quale si è diplomato al Conservatorio di Milano con il massimo dei voti; in seguito si è perfezionato al “Mozarteum” di Salisburgo con Mauricio Kagel.

La sua attività di compositore si è affermata in diversi concorsi nazionali ed internazionali (“T. Takemitsu Award” 2000 e 2003 a Tokyo, “Camillo Togni” 2002 a Brescia, “V. Bucchi” 1997 e 2000 a Roma, “E. Hurlimann” 1994 a Ginevra), vincendo il primo premio al 16° Concorso di Composizione “Castello di Belveglio” (1994), il primo premio nell’edizione straordinaria del Concorso di Composizione “G. Petrassi” di Parma (1994), il Premio “Città di Pavia” 1999 e il primo premio al concorso “Àlice Bel Colle” 2005, il premio “Romantico Bach” Orchestra laVerdi di Milano (1995) e il premio “Ettore Pozzoli” (2015).

Nel 2006, con le composizioni per orchestra sinfonica Secum e Da/Fort, ha vinto il “Brandenburger Symphony Prize” a seguito del quale è stato invitato dai Brandenburger Symphoniker a scrivere una nuova composizione per orchestra sinfonica dal titolo Segel; il brano ha avuto la prima esecuzione nel maggio 2009 dalla Brandenburg Symphony Orchestra nella Concert Hall del Teatro di Brandenburg. Segel è stata ripresa alla Biennale di Venezia 2011 in una nuova versione appositamente richiesta per il festival lagunare, eseguita dalla Mitteleuropa Orchestra con la direzione di Andrea Pestalozza.

Nell’ottobre 2011 l’ORT (Orchestra Regionale dell Toscana) ha eseguito in prima assoluta Die Trennung, lavoro per orchestra scritto per il Festival Play IT a Firenze, su commissione dell’ORT; e nel 2012 il Festival Milano Musica gli ha commissionato una composizione per quartetto d’archi ed elettronica, eseguita dalla prestigiosa formazione RepertorioZero (Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2011).

Individuato come compositore in residence per le stagioni 2014/15 e 2015/16 presso il Teatro di Brandenburg, a seguito della residenza nell’aprile 2018 è stato eseguito un nuovo lavoro per orchestra. La sua composizione Erosive raindrops per chitarra elettrica è stata incisa da A. Novaga nel CD “La chambre de jeux sonores, mentre il brano IV a 2 per violino e pianoforte è stato inciso in CD dal duo F. Luciani – M. Motterle. Nel novembre 2018 è uscito un suo CD monografico Preludios y Canciones le cui musiche sono un omaggio a F.G. Lorca (Marina Comparato, soprano; Marco Minà, chitarra).

Nel dicembre 2018 è risultato vincitore del bando SIAE “Classici di oggi per la musica contemporanea” a seguito del quale ha ricevuto la commissione per una nuova composizione per orchestra, Tropfen II che verrà eseguita nella stagione 2019/20 dall’Orchestra Sinfonica di Milano “La Verdi” con la direzione di Maxim Rysanov.

Sue musiche, presenti presso alcune prestigiose società concertistiche (Società del Quartetto di Milano, Teatro Regio di Parma, Maggio Musicale Fiorentino, Festival Mozart di Salsomaggiore, Orchestra Milano Classica, Bachzaal di Amsterdam, Fondation P.Hindemith di Blonay (CH), Accademia Reale di Belle Arti di Madrid, Festival “Pianissimo 2000” di Sofia, Time of Music Festival di Viitasaari (FIN), Lippes Concert Hall di Buffalo (New York), Tokyo Opera City, Kumho Art Hall di Seul, Singapore Airlines Theatre), sono state trasmesse dalle Radio Nazionali Olandese, Spagnola, Bulgara, Giapponese, dalla Radio della Suisse Romande e dal Terzo canale della RAI, incise dalla casa discografica svizzera Audio Production, “Setola di Maiale” e “NovAntiqua records” e pubblicate dalle case editrici Ricordi, Rugginenti di Milano e Bèrben di Ancona.

È docente di Composizione e vicedirettore presso il Conservatorio di Como.

Maxim Rysanov Direttore d’Orchestra

Dopo aver studiato direzione d’orchestra con Alan Hazeldine presso la Guildhall School of Music and Drama di Londra, dove ha anche ricevuto la sua formazione come violista, Maxim Rysanov partecipa a masterclass con alcuni dei maggiori artisti del panorama mondiale tra cui Gennady Rozhdestvensky, Jorma Panula e Oleg Caetani. Nell’anno 2003 risultò vincitore del Concorso Young Conductor in Association con la Bournemouth Symphony Orchestra. Dovette rifiutare la posizione in quel momento a causa dei crescenti impegni nella carriera solista, continuando però a coltivare incessantamente il suo talento nella direzione d’orchestra. Tra i recenti impegni in qualità di direttore d’orchestra ricordiamo le esibizioni con l’Orchestra Nazionale Russa, l’Orchestra della Radio Spagnola (RTVE), l’Orchestra laVerdi di Milano, l’Orchestra Sinfonica di Basilea, la Sinfonietta di Dala, l’Orchestra Sinfonica di Castiglia e León, la Danubia Symphony Orchestra di Budapest, l’Orchestra Sinfonica Nazionale Georgiana, la Riga Sinfonietta, la Lithuanian Chamber Orchestra, la Musica Viva Orchestra a Mosca, i London Mozart Players, la Voronezh Youth Orchestra, i Kiev Soloists, la Częstochowa Philharmonic Orchestra, la Chamber Orchestra Chaarts, la Detmold Chamber Orchestra, la Southbank Sinfonia, la Budapest Festival Academy Orchestra, la Classic FM Orchestra, la Baltic Neopolis Chamber Orchestra, l’Orchestra Antonio Vivaldi, lo Scottish Ensemble, l’Homecoming Festival Ensemble, l’Aurora Festival Orchestra, il Dubrovnik Festival Ensemble e l’Utrecht Festival Ensemble. Come direttore d’orchestra Maxim ha ovuto l’occasione di lavorare con solisti del calibro di Mischa Maisky, Nicola Benedetti, Vilde Frang, Janine Jansen, Boris Brovtsyn, Alexander Sitkovetsky, Sergei Krylov, Sosanna Yoko Henkel, Sergei Suvorov, Kristina Blaumane, Ashley Wass, Benjamin Yusupov, Leonard Elschenbroich, Dora Kokas e il Kelemen Quartet. Maxim è un appassionato promotore di nuova musica. Recentemente ha diretto la prima russa del Concerto per pianoforte di Benjamin Yusupov. Nel 2013 è stato direttore e solista del disco di debutto della compositrice Dobrinka Tabakova (ECM) – disco che ha raggiunto il 2° posto nelle classifiche classiche del Regno Unito ed è stato selezionato per un Grammy Award. Gli impegni futuri includono: la Philharmonic di Plovdiv (Kristina Blaumane); l’Orchestra e il Coro dell’Opera di Sofia (prima bulgara di Cantata di Dobrinka Tabakova); la Filarmonica di Sofia; la Royal College of Music String Orchestra; la Filarmonica di Leopoli.

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