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CuriosArte: La Madonna dell’UFO

“Intanto l’uomo comune aveva perduto la capacità di riconoscere i soggetti dell’arte antica e di comprenderne i significati. Erano sempre meno le persone che leggevano i classici greci e relativamente poche quelle che conoscevano la Bibbia come l’avevano conosciuta i loro nonni. Le persone di una certa età oggi restano sgomente nel vedere quanti riferimenti biblici siano ormai incomprensibili alle ultime generazioni.”

Kenneth Clark

(dall’ introduzione a “Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’Arte” di James Hall)

CuriosArte: La Madonna dell'UFO CuriosArte: La Madonna dell'UFOLa Madonna con Bambino e San Giovannino, esposta nella Sala di Ercole a Palazzo Vecchio a Firenze, è stata oggetto di diverse attribuzioni. Il cartellino del Museo dice Jacopo del Sellaio, ma nella scheda del catalogo si legge che il dipinto è attribuibile piuttosto a Sebastiano Mainardi (1466-1513), pittore della cerchia del Ghirlandaio attivo a Firenze alla fine del ‘400.

Vi sono evidenti somiglianze anche con opere di Lorenzo di Credi, soprattutto nella figura della Madonna. Uno studio recente di Alberto Lenza (2007) propone come autore il “Maestro del Tondo Miller”, da alcuni identificato nel figlio di Jacopo del Sellaio, Arcangelo.

Il dettaglio della scena è suggestivo: l’uomo scherma la luce con la mano puntando il volto verso l’alto e il cane, reso con pochi, semplici, espressionistici tratti, è chiaramente eccitato e uggiolante, con le orecchie appiattite e la bocca che ansima. Il loro sguardo è rivolto a un disco luminoso che galleggia nel cielo.

Quest’opera custodita nella sala di Ercole del Palazzo della Signoria è universalmente conosciuta come la «Madonna dell’UFO», un punto di riferimento degli ufologi di tutto il mondo.

È questo il dipinto che più ha fatto discutere gli ufologi e i complottisti, che vedono nella scena in alto a destra, dietro le spalle della Madonna, la testimonianza di un “incontro ravvicinato” con un oggetto volante non identificato.

In un articolo di Daniele Bedini, pubblicato in Notiziario UFO – n. 7 (Luglio – Agosto 1996) si legge: «si rileva chiaramente la presenza di un oggetto aereo, color grigio piombo, inclinato sulla sinistra e dotato di una “cupola” o “torretta”, apparentemente identificabile come un mezzo volante di forma ovoidale in movimento.»

Ma questa non è la sola particolarità del dipinto, in alto a sinistra vediamo infatti la Stella della Natività accompagnata da altre tre piccole stelle o fiammelle.

Nelle antiche fonti e nel Vangelo di Luca gli scettici ritrovano una linea più razionale per giustificare quello che sta accadendo nel quadro.

L’evangelista scrive: «C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo”».

Era appena nato Gesù, evidentemente.

I particolari misteriosi del dipinto, le “tre stelle” e la “nube luminosa”, sono indizi che questo dipinto si rifà a un modo austero e rigoroso di intendere non solo i soggetti sacri ma tutta la vita cittadina, un’austerità predicata da Fra Girolamo Savonarola, proprio nella Firenze della fine del XV secolo. Dopo la cacciata dei Medici a Firenze venne instaurata la Repubblica, Savonarola la orientò in modo teocratico, esercitando una ferrea sorveglianza, un paragone attuale può essere fatto riferendoci ai fondamentalisti islamici della Repubblica iraniana di Khomeini. Si arrivò perfino ai pubblici “roghi delle vanità” del 1496-97, quando vennero raccolti e bruciati in piazza carte da gioco, dadi, acconciature, ornamenti, libri considerati osceni, fino ai quadri e agli oggetti preziosi.

La predicazione di Savonarola influenzò moltissimo tutto il mondo della cultura e anche le opere d’arte di quel periodo. Diversi artisti, come ad esempio Sandro Botticelli, arrivarono a rinnegare le commistioni cristiano-pagane ispirate ai concetti del neoplatonismo di tante opere precedenti, per dipingere soggetti mistici in uno stile più “puro”, ma anche più rigido, arcaico e didascalico.

I simboli religiosi presenti in questo dipinto si rifanno dunque a un’iconografia più antica, che nella Firenze dell’umanesimo e del neoplatonismo si era perduta e dimenticata. Le tre stelle sono visibili in molti dipinti del secolo precedente e nelle icone bizantine. Spesso nel velo(sulle spalle e sulla fronte) o sostituite a volte da tre raggi che colpiscono la Madonna nell’Annunciazione, ma in tutti i casi sono un simbolo della triplice verginità di Maria, prima, durante e dopo il parto.

Il metodo seguito dai “cacciatori di UFO” non si basa su nessuna minima conoscenza in campo storico-artistico. Basta prendere un libro con riproduzioni d’arte e cominciare a cercare in tutti i quadri i “particolari strani”, soprattutto a forma lenticolare, ovvero di “disco volante”. In questo modo si trova facilmente qualche particolare a prima vista bizzarro da proclamare “alieno” ed extraterrestre.

Ma non si può decontestualizzare l’opera d’arte per reinterpretarla secondo i canoni dell’attualità: quella nuvola “sembra” un moderno UFO, allora “è” un UFO.

Come se un autore del Quattrocento italiano, o un anonimo pittore di icone bizantine, avesse davvero potuto inserire in un dipinto a soggetto religioso qualcosa di non “canonico” e codificato. Chi sceglieva i soggetti e ne controllava puntigliosamente l’esecuzione era infatti la committenza, spesso severissime istituzioni religiose, che mai avrebbero permesso all’autore di rappresentare altro da ciò che era stato in precedenza concordato, soprattutto nel caso di immagini sacre che dovevano rispettare regole iconografiche ben precise.

La cosa più fantastica e misteriosa che si può trovare nell’arte, è l’Arte stessa. Quell’impulso della facoltà creatrice dell’artista, quel bisogno unico e umano che si soddisfa e si placa nel concepimento di un’opera d’arte.

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