I bronzi di Riace oggi su Rai Storia: 53 anni dal leggendario ritrovamento

I bronzi di Riace oggi su Rai Storia: 53 anni dal leggendario ritrovamentoUn anniversario speciale per i capolavori dell’arte greca

Sabato 16 agosto alle 16.45 Rai Storia celebra i bronzi di Riace. Il canale ripropone “Italia. Viaggio nella bellezza” nel giorno dell’anniversario del ritrovamento. Inoltre, sono trascorsi esattamente 53 anni dalla scoperta di queste magnifiche statue greche.

Le due opere del V secolo a.C. furono recuperate nelle acque calabresi. Il ritrovamento fortuito nel piccolo borgo di Riace cambiò per sempre la storia. Pertanto, per la Calabria i guerrieri divennero simbolo di identificazione culturale.

La puntata firmata da Brigida Gullo

La puntata è firmata da Brigida Gullo con la regia di Federico Cataldi. Il documentario racconta la straordinaria vicenda dei bronzi attraverso testimonianze autorevoli. Inoltre, esperti internazionali analizzano il significato culturale delle statue.

Il primo restauro fiorentino e l’esordio al museo

I bronzi giunsero a Firenze per il primo restauro durato cinque anni. Dal loro esordio presso il Museo archeologico, il 15 dicembre 1980, attrassero folle immense. Inoltre, l’armonia di forma e l’espressione affascinarono turisti e visitatori.

Sandro Pertini, allora presidente della Repubblica, le ospitò al Quirinale. Nell’estate del 1981 organizzò una seconda mostra per consacrare la scoperta. Pertanto, con le esposizioni a Firenze e Roma le statue entrarono nel discorso pubblico.

La consacrazione nazionale dei bronzi

Le mostre romane e fiorentine segnarono un momento storico fondamentale. I bronzi conquistarono l’immaginario collettivo degli italiani rapidamente. Conseguentemente, divennero simbolo di orgoglio nazionale e patrimonio condiviso.

La nascita di un mito negli anni Ottanta

Gli ingredienti per la nascita del mito erano perfetti. La bellezza classica dei guerrieri, il ritrovamento fortuito in mare e il fascino dell’antico. Inoltre, questi elementi fecero breccia in un mondo che cambiava.

L’inizio degli anni ’80 segnava la fine di un periodo turbolento. La società si avviava verso un decennio di spensieratezza ed edonismo. Pertanto, i bronzi rappresentarono perfettamente questo spirito di rinascita culturale.

La destinazione finale a Reggio Calabria

Nell’estate del 1981 raggiunsero la destinazione finale a Reggio Calabria. L’allora Museo Nazionale, oggi Museo Archeologico, li custodisce ancora oggi. Inoltre, continua a valorizzarli attraverso studi e ricerche approfondite.

Oltre il mito: la ricerca scientifica continua

I bronzi di Riace non sono semplicemente due statue greche antiche. Rappresentano molto di più nella cultura contemporanea italiana. Tuttavia, le vicende che li riguardarono rischiarono di trasformarli in feticci.

La loro immagine fu replicata eccessivamente in vari contesti commerciali. Pertanto, il rischio era quello di soffocare il loro valore artistico. Inoltre, la commercializzazione poteva compromettere la percezione autentica delle opere.

I segreti nascosti nelle cavità interne

Per comprendere l’identità dei bronzi occorre guardare oltre l’aspetto esteriore. È nel buio delle cavità interne che abitano i loro segreti. Inoltre, la struttura e l’anima delle statue celano informazioni preziose.

I restauri effettuati in cinquant’anni hanno rivelato dettagli fondamentali. Le nuove tecnologie esaminano anche le più piccole tracce. Pertanto, oggi si può iniziare a ipotizzarne la provenienza originaria.

Il fascino eterno dei guerrieri calabresi

Il dibattito scientifico sui bronzi è destinato a continuare nel tempo. Tuttavia, il loro fascino rimane completamente intatto per le generazioni. Inoltre, sono diventate un mito contemporaneo secondo la definizione di Roland Barthes.

Le statue continuano a incantare chiunque cerchi bellezza e armonia. Rappresentano il simbolo di un passato dove questi valori erano assoluti. Pertanto, mantengono viva la connessione tra antico e moderno.

Gli esperti che intervengono nella puntata

Il documentario presenta testimonianze di studiosi internazionali di grande prestigio. Vinzenz Brinkmann del Liebieghaus Skulpturensammlung di Francoforte offre il suo contributo. Inoltre, Pietro Giovanni Guzzo dell’Accademia dei Lincei analizza gli aspetti storici.

Mario Iozzo, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, racconta il periodo fiorentino. Carmelo Malacrino, ex direttore del Museo di Reggio Calabria, svela i segreti. Pertanto, la puntata offre una panoramica completa e autorevole.

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