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Le Collezioni Comunali d’Arte di Bologna riaprono gradualmente al pubblico

Le Collezioni Comunali d'Arte di Bologna riaprono gradualmente al pubblico Le Collezioni Comunali d'Arte di Bologna riaprono gradualmente al pubblicoLe Collezioni Comunali d’Arte di Bologna tornano ad aprire le loro porte ai visitatori. Si completa così la graduale riapertura al pubblico di tutte le sedi espositive dell’Istituzione Bologna Musei avviata lo scorso 19 maggio, secondo un modello di differenziazione “a scacchiera” tra i diversi musei, per evitare assembramenti e garantire una frequente sanificazione degli spazi.

Ultima in ordine di tempo, la riapertura delle Collezioni Comunali d’Arte situate al secondo piano di Palazzo d’Accursio avviene in subordine alle verifiche organizzative che attengono alla gestione dei protocolli di sicurezza per l’accesso al vasto complesso architettonico che affaccia su Piazza Maggiore nel suo insieme.

Per esigenze di conservazione del peculiare allestimento ambientato, viene temporaneamente escluso dal percorso di visita del museo accessibile al pubblico il braccio cinquecentesco dell’appartamento del Cardinale Legato, la cosiddetta “ala Rusconi”, con le sale 11, 12, 13, 14, 15 e 16 che si susseguono separate da delicate tappezzerie e tendaggi di imitazione barocca e settecentesca.

Come già attuato per gli altri musei civici, l’articolazione degli orari di apertura si modifica con una riduzione che insiste nei giorni feriali della settimana e salvaguarda fasce di accesso più ampie concentrate nel fine settimana nei giorni di sabato e domenica. Di seguito il nuovo piano settimanale: mercoledì, venerdì, sabato h 10.00-18.30; domenica h 13.30-18.30; lunedì, martedì, giovedì chiuso.

Sui fronti di accesso e permanenza negli spazi espositivi, il piano di accoglienza interviene con le seguenti disposizioni:

• previsione dell’utilizzo del servizio di prevendita online del biglietto di ingresso sul sito https://midaticket.it/musei-civici-di-bologna (il biglietto prenotato deve essere annullato alla biglietteria del museo, prima dell’ingresso alla collezione);

• possibilità di acquisto del biglietto direttamente alla cassa del museo tenendo conto del primo slot orario disponibile, con pagamento tramite bancomat e carta di credito (non si accettano pagamenti in contanti);

• obbligo di mantenere la distanza di sicurezza interpersonale;

• obbligo di indossare la mascherina durante la visita;

• contingentamento in slot per l’ingresso frazionato dei visitatori;

• predisposizione di percorsi distinti in entrata e in uscita;

• dotazione di gel igienizzanti a disposizione dei visitatori.

Come norma aggiuntiva, l’accesso alle attigue Sala Farnese e Cappella Farnese viene riservato ai soli visitatori delle Collezioni Comunali d’Arte.

Non è disponibile l’utilizzo dei seguenti servizi:

• schermi touch screen

• altri ausili che prevedono contatti

• guardaroba (i visitatori sono pregati di presentarsi con il minimo di accessori personali, evitando bagagli, borse e zaini voluminosi)

• audioguide

I visitatori sono invitati ad utilizzare la app MuseOn, disponibile in versione iOS e Android, che è in corso di implementazione con percorsi dedicati a tutti i musei dell’Istituzione Bologna Musei. Per scaricarla è possibile collegarsi al sito: museon.it/bolognamusei/

Per il pubblico dei più piccoli, all’ingresso di ogni museo è prevista la distribuzione di un vademecum disegnato con le istruzioni sui comportamenti da tenere durante la visita.

Per ulteriori informazioni sulle modalità di accesso e visita, si invita a consultare il sito dell’Istituzione Bologna Musei www.museibologna.it/arteantica.

Le Collezioni Comunali d’Arte

Il secondo piano del Palazzo Comunale di Bologna ospita, all’interno delle sale che un tempo erano adibite a residenza del Cardinale Legato, le Collezioni Comunali d’Arte, istituite nel 1936 in ambienti ornati con fregi e soffitti dipinti dal Cinquecento al Settecento. Le opere provengono da un variegato patrimonio costituitosi grazie a molteplici donazioni di dipinti, mobili, arredi e suppellettili, giunti al Comune di Bologna nel corso dell’Ottocento e nel primo Novecento, che andò ad arricchire l’antico corpus di capolavori appartenuti alle magistrature cittadine. In particolare si segnalano quelli provenienti da due importanti collezioni d’artista (Pelagio Palagi e Cincinnato Baruzzi), nonché quelli derivati da un collezionismo versato anche nel campo delle arti applicate e dell’arredo (eredità Pepoli e Rusconi).

Il ricco patrimonio artistico custodito dal museo spazia dal Duecento agli inizi del Novecento: croci scolpite, tavole dipinte di Vitale da Bologna, Jacopo di Paolo, Luca Signorelli, Francesco Francia; inoltre, importanti dipinti di ambito bolognese-emiliano del primo Cinquecento (Amico Aspertini, il Tamaroccio) e del secondo (Bartolomeo Passerotti e Ludovico Carracci), fino a una nutrita serie di opere del XVII secolo di scuola emiliana (Alessandro Tiarini, Guido Cagnacci, Michele Desubleo, Francesco Gessi) e di altre scuole fra cui uno straordinario Ritratto di Gonfaloniere, eseguito nel 1622 dall’illustre pittrice Artemisia Gentileschi.

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