Il capolavoro di Bizet riaccende le luci del Maggio
Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino riapre la stagione lirica dopo la pausa estiva. Martedì 16 settembre alle ore 20 va in scena “Les pêcheurs de perles” di Georges Bizet. Inoltre, l’allestimento proviene dalla prestigiosa Staatsoper Unter den Linden di Berlino.
Il programma prevede quattro rappresentazioni imperdibili. Pertanto, gli spettatori potranno assistere all’opera il 19 settembre alle 20:00. Successivamente, il 21 settembre alle 15:30 e il 23 settembre alle 20:00.
Cast d’eccezione per l’opera di Bizet
Sul podio della Sala Grande dirigerà Jérémie Rhorer al suo debutto fiorentino. Il maestro guiderà l’Orchestra e il Coro del Maggio in questa produzione speciale. Inoltre, l’allestimento è ripreso da Derek Gimpel per l’occasione italiana.
Il cast vocale vanta interpreti di livello internazionale. Hasmik Torosyan interpreta la sacerdotessa Léila con grande intensità drammatica. Inoltre, Javier Camarena veste i panni del pescatore Nadir. Lucas Meachem completa il trio protagonista nel ruolo di Zurga.
Prima italiana per la regia di Wim Wenders
L’elemento più significativo di questa produzione è la regia firmata da Wim Wenders. Il celebre regista cinematografico porta per la prima volta in Italia la sua visione operistica. Pertanto, il pubblico fiorentino assisterà a un evento unico nel panorama teatrale nazionale.
Le scene minimaliste di David Regehr creano un’atmosfera essenziale e suggestiva. Inoltre, i costumi di Montserrat Casanova si integrano perfettamente con l’allestimento. Le luci di Olaf Freese completano un quadro scenico di grande impatto visivo.
Una produzione che privilegia l’ascolto
Wenders ha concepito uno spettacolo che mette al centro la musica. “Non volevo che il pubblico uscisse ricordandosi di aver visto qualcosa di grandioso”, spiega il regista. Inoltre, l’obiettivo è far scoprire la bellezza musicale di questa opera francese troppo spesso trascurata.
La scenografia essenziale lascia protagonista lo svolgersi del dramma. Pertanto, proiezioni dai toni foschi evocano mare, onde e ombre di palme. Solo il coro nel primo atto porta colori vivaci che contrastano con il nero dominante.
L’entusiasmo del maestro Rhorer per Bizet
Jérémie Rhorer esprime grande entusiasmo per questo debutto con “Les pêcheurs de perles”. “Nel corso della mia carriera ho diretto con poca frequenza le opere di Bizet”, confessa il maestro. Inoltre, questo primo incontro rappresenta un momento significativo della sua carriera.
Il direttore evidenzia i rapporti sottostimati tra musica italiana e francese. Pertanto, individua interessanti collegamenti tra Bizet e Puccini in questa partitura. “Ci sono tanti aspetti che sembrano ritrovarsi in una relazione gemellare”, osserva Rhorer.
Un concerto sinfonico completa l’esperienza
Il maestro Rhorer sarà protagonista anche venerdì 20 settembre in Sala Zubin Mehta. Inoltre, dirigerà un concerto sinfonico con musiche di Debussy, Ravel e Stravinskij. L’evento completa idealmente il percorso musicale francese iniziato con l’opera di Bizet.
Le sfide interpretative secondo i protagonisti
Javier Camarena torna al Maggio dopo il successo nel “Rigoletto” del 2021. “Quella di Nadir è una parte che ho affrontato solo poche volte”, rivela il tenore messicano. Inoltre, sottolinea la complessità tecnica richiesta dal ruolo.
La regia di Wenders offre grande responsabilità scenica ai cantanti. Pertanto, la scenografia essenziale richiede interpretazioni ancora più incisive. “Dobbiamo riempire il palcoscenico con i nostri movimenti”, spiega Camarena.
Il ritorno di Hasmik Torosyan al Maggio
La soprano armena torna a Firenze dopo il debutto del 2017 ne “La rondine”. “Léila inizia con tratti angelici ma si rivela una donna forte”, analizza Torosyan. Inoltre, il personaggio mostra un’evoluzione drammatica che si riflette anche vocalmente.
L’allestimento di Wenders spinge gli interpreti verso interpretazioni più incisive. Pertanto, ogni dettaglio assume importanza cruciale in questa produzione. “Non ci sono momenti in cui siamo coperti in scena”, osserva la soprano.
Un capolavoro ingiustamente trascurato
“Les pêcheurs de perles” fu composta da Bizet nel 1863 quando aveva poco più di vent’anni. Il giovane compositore francese aveva appena vinto il prestigioso Prix de Rome. Inoltre, il direttore del Théâtre Lyrique di Parigi gli commissionò quest’opera.
Il libretto di Michel Carré e Eugène Cormon si inseriva nella moda orientalista dell’epoca. Pertanto, l’isola di Ceylon fa da sfondo a una storia d’amore tradizionale. Il triangolo amoroso coinvolge la sacerdotessa Léila, il pescatore Nadir e il capo Zurga.
Critiche al libretto ma musica fascinosa
I critici dell’epoca stroncarono il libretto ritenuto banale e privo di originalità. Tuttavia, Bizet riuscì a creare una veste musicale affascinante e ricca di atmosfere esotiche. Inoltre, la partitura presenta ritmi insoliti e armonie languide che evocano perfettamente l’Oriente.
L’opera rappresenta un momento cruciale nella formazione artistica di Bizet. Pertanto, anticipa già alcuni elementi che ritroveremo nella celebre “Carmen”. La produzione fiorentina offre l’occasione per riscoprire questo gioiello del repertorio operistico francese.
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