Mario Rigoni Stern: La Voce Autentica dell’Altopiano

Mario Rigoni Stern: La Voce Autentica dell'AltopianoUn Narratore Nato dalla Guerra

La storia letteraria italiana deve molto a Mario Rigoni Stern, scrittore che ha trasformato il trauma della ritirata di Russia in una delle testimonianze più toccanti del Novecento. La sua carriera inizia quasi per caso nel 1953 con “Il sergente nella neve”, opera che conquista immediatamente lettori in tutto il mondo grazie alla capacità dell’autore di raccontare l’orrore bellico con umanità disarmante e stile essenziale.

Dalle Trincee alla Scrittura

Arruolatosi volontario a diciassette anni nella Scuola centrale di alpinismo di Aosta durante il regime fascista, Rigoni Stern acquisisce competenze che si riveleranno decisive durante la drammatica campagna di Russia. Come sergente maggiore degli alpini, vive in prima persona la catastrofica ritirata del gennaio 1943 dall’avamposto sul Don, esperienza seguita da due anni di prigionia nei campi di concentramento tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre.

Questi eventi forgiarono non solo l’uomo, ma anche lo scrittore. La sua testimonianza diretta permise di restituire dignità letteraria alle sofferenze dei soldati italiani, raccontando la guerra senza retorica né propaganda.

L’Impiegato Scrittore

Tornato ad Asiago nel 1945, Rigoni Stern trova impiego presso l’ufficio locale delle imposte, posizione che mantiene fino al pensionamento nel 1970. Ma definirlo “semplice impiegato” sarebbe riduttivo: parallelamente alla routine burocratica, sviluppa una prolifica carriera letteraria che va ben oltre le narrazioni belliche.

Le montagne dell’Altopiano di Asiago diventano protagoniste della sua opera, descritte con lo stesso amore e la stessa precisione con cui aveva raccontato la guerra. Rigoni Stern sa restituire al lettore il fascino della vita montana, la bellezza austera delle sue valli, il ritmo delle stagioni sull’altopiano.

Il Circolo Einaudi e le Amicizie Letterarie

L’autore diventa figura di spicco nell’ambiente culturale che gravita attorno alla casa editrice Einaudi nel dopoguerra. Le sue amicizie con Primo Levi, Elio Vittorini e Nuto Revelli testimoniano il riconoscimento che ottiene tra i maggiori intellettuali italiani dell’epoca.

Collabora stabilmente con testate prestigiose come Il Giorno e La Stampa, portando la sua voce autentica anche nel giornalismo. Particolarmente significativa risulta la collaborazione con il regista Ermanno Olmi, con cui condivide la capacità di raccontare l’Italia rurale e montana con sguardo poetico.

La Coerenza di una Vita

Rigoni Stern resta fedele alle proprie radici fino alla fine. Uomo schietto e romantico, rifiuta ripetutamente proposte di nomina a senatore a vita, preferendo la semplicità della vita sull’altopiano alle luci della ribalta politica. Questa coerenza tra vita e opera rappresenta forse il lascito più prezioso per i lettori che continuano a scoprirlo.

La sua morte ad Asiago il 16 giugno 2008 chiude un’esistenza dedicata alla testimonianza sincera, quella di chi ha vissuto la Storia con la S maiuscola ma ha sempre scelto di raccontarla con la voce sommessa e autentica delle persone comuni.

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