Il Festival della Valle d’Itria celebra la pace. Lo fa con un forte messaggio pacifista. È in linea con il tema di quest’anno. Il titolo è “Guerre e pace”. Arriva la terza nuova produzione del Festival. Si tratta di un evento molto atteso. Per la prima volta in Italia, dopo cinquant’anni.
L’opera è “Owen Wingrave” di Benjamin Britten. È un’opera in due atti. Il libretto è di Myfanwy Piper. L’opera andrà in scena a Palazzo Ducale. Sarà a Martina Franca domenica 27 luglio. Sono previste repliche. Le date sono 30 luglio e 3 agosto. L’inizio è alle ore 21.
La squadra artistica d’eccellenza
A dirigere l’orchestra sarà Daniel Cohen. È il direttore musicale dello Staatstheater di Darmstadt. Ricopre questo ruolo dal 2018. Spesso propone titoli poco eseguiti. È già stato ospite del Festival in passato. Sarà sul podio dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala.
La regia è di Andrea De Rosa. È un nome affermato nel teatro. Vanta esperienza nella prosa e nel lirico. Debutta ora al Festival di Martina Franca. Le scene sono di Giuseppe Stellato. I costumi sono curati da Ilaria Ariemme. Il light designer è Pasquale Mari.
Le voci principali sono specializzate. Tutti gli interpreti sono esperti. Si dedicano al repertorio inglese. Il baritono Äneas Humm interpreta Owen Wingrave. Il tenore Ruairi Bowen è Lechmere. Il soprano Charlotte-Anne Shipley è Miss Wingrave. Il mezzosoprano Sharon Carty è Kate Julian.
C’è anche un importante apporto di giovani voci. Sono state selezionate dall’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”. Il soprano Lucía Peregrino è Mrs Coyle. Il soprano Chiara Boccabella è Mrs Julian. Il tenore Simone Fenotti è General Sir Philip Wingrave. Il tenore Chenghai Bao veste il ruolo del Narratore. Sul palco ci sarà anche un coro. È il Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi. Coinvolge giovani talenti del territorio. La direzione è di Angela Lacarbonara.
Storia di un’opera dal forte impatto
L’opera fu scritta tra il 1969 e il 1970. È la dodicesima opera di Benjamin Britten. Si tratta del massimo compositore inglese del Novecento. È anche la sua penultima creazione. Fu commissionata dalla BBC. La trasmise nel 1971. Entrò nelle case di tutti gli inglesi. Avvenne così dal piccolo schermo.
Due anni dopo, la versione teatrale. Fu approntata per la scena. Andò in prima al Covent Garden di Londra. Era il 10 maggio 1973. Britten stesso dichiarò la sua posizione. “Ho dedicato la mia vita ad atti creativi”. Aggiunse: “Non posso prendere parte ad atti di distruzione”. Questa frase fu detta nel 1942. Era davanti al Tribunale. Si iscriveva agli obiettori di coscienza. Era il periodo della Seconda guerra mondiale. Questo pensiero fu ribadito. La sua convinzione arrivò attraverso la musica. Creò quest’opera negli anni della guerra in Vietnam. Britten prese una posizione ferma. Fu irrevocabile contro il conflitto. Il suo pacifismo è noto.
La trama: una ribellione contro la guerra
La vicenda narra di un giovane. Si chiama Owen Wingrave. Si ribella alle tradizioni militari. Queste hanno dominato la sua famiglia. È una famiglia aristocratica. Hanno causato la morte del padre. Per questo lo convocano a Paramore. È l’antica dimora di famiglia. Il nonno paterno Sir Philip lo affronta. Insieme a lui, la zia Miss Wingrave. Anche la fidanzata Kate Julian.
Cercano di rimetterlo sulla retta via. Tuttavia, invano. Il giovane resta fermo. Rimane incrollabile nel suo proposito. Di conseguenza, il nonno lo disereda. Sulla dimora di Paramore grava una maledizione. È un’antica condanna. Un giovane Wingrave fu ucciso. Era per aver disonorato la famiglia. La sua codardia fu la causa. Accadde in una stanza. Poco dopo il padre fu trovato morto. Non c’erano segni visibili di ferite. Da allora, i fantasmi infestano il castello. Sono i fantasmi di padre e figlio.
Kate accusa Owen di mancare di coraggio. Owen accetta la sfida. Passerà la notte nella stanza maledetta. Nessuno aveva più osato entrare. Il giorno dopo il suo corpo è ritrovato. Giace senza vita.
Le riflessioni del direttore e del regista
Daniel Cohen spiega il suo ritorno. “Il tema è decisamente interessante”. Ha provato felicità. È tornato al Festival. Il progetto è coraggioso. Si inserisce nel contesto attuale. “Owen Wingrave” fu scritta da una mente geniale. Britten era un innovatore. Cercava di combinare opera e televisione. Aveva un’idea precisa. Il linguaggio visivo poteva arricchire la composizione.
Significava un montaggio molto veloce. Permetteva eventi simultanei. In luoghi diversi. Per Cohen è interessante. Tradurre il linguaggio televisivo originale. Renderlo realistico e concreto. Farlo per il teatro. L’opera è considerata pacifista. Ma Cohen specifica. “La questione è più ampia”. Parla della libertà individuale. Di difendere se stessi nella società. La lotta va oltre. Non è solo contrasto tra militarismo e pacifismo. Diventa un conflitto più grande. Tra liberalismo umanistico e totalitarismo. In questo senso, “Owen Wingrave” è attuale. Ed è un lavoro coraggioso.
Andrea De Rosa, il regista, è sulla stessa linea. “Owen non può più premere il grilletto”. Ha visto le sagome nere. Erano al poligono di tiro. Nella realtà sono fatte di carne e ossa. Hanno vita. Dietro quei bersagli anonimi ci sono persone. Donne e uomini, soprattutto bambini. Soffrono e muoiono davvero. Owen ha visto. C’è un essere umano che ti guarda. È oltre l’immagine del nemico.
De Rosa conclude. “La morte dei bambini non è un errore”. Nel mezzo di una guerra. È la regola. L’opera cita Wellington. “Subito dopo le battaglie perse”. “La più grande vergogna per un soldato”. Sono le battaglie vinte. Non si vince una guerra. Morte e distruzione cambiano il destino. Riguardano chi combatte. Anche i vincitori proveranno vergogna.
L’altro Britten: musica e parole
Per una lettura più completa. Il Festival propone un altro appuntamento. Sarà stimolante e ricco. Lo scrittore e musicologo Alessandro Macchia. Sarà al Chiostro del Carmine. L’appuntamento è il 2 agosto, alle ore 18. È l’ultimo dei Concerti del sorbetto. Presenterà alcuni songs. Sono per voce e pianoforte. Sono di Benjamin Britten.
Ad affiancare Macchia ci saranno i cantanti. Anche i pianisti. Verranno dall’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”. Come da tradizione, alla fine dell’incontro. Il pubblico potrà gustare un fresco sorbetto.
Informazioni utili sul Festival
Il 51° Festival della Valle d’Itria è organizzato. È curato dalla Fondazione Paolo Grassi. Ha il sostegno del Ministero della Cultura. Della Regione Puglia e Puglia Promozione. Della Provincia di Taranto e del Comune di Martina Franca. Del Comune di Cisternino. Della Camera di Commercio Brindisi-Taranto. In collaborazione con Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”. Con European Festivals Association, Opera Europa e ItaliaFestival. Con il Cidim.
Contributo arriva da BCC Locorotondo. Platinum Partner sono Torre Maizza e EuroSpin. Mediapartnership è di SKY Classica. Major Partner sono Basile Srl, Elecronic’s Time, Relmef, Malu, Marraffa. Anche Masseria Croce Piccola, Tagliatore e Werent.
I biglietti hanno prezzi vari. Costano 60 e 35 euro. Ci sono riduzioni disponibili. Per Senior, Under 30 e Under 15. Per la biglietteria, chiama 080 8407250. È aperta tutti i giorni. Dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21. Email: [email protected]. Acquisto online su vivaticket.com. Il programma completo si trova su www.festivaldellavalleditria.it. Per ulteriori info: +39 080 4805100. Oppure [email protected].
Dettagli dello spettacolo
27, 30 luglio / 3 agosto · ore 21
Martina Franca Palazzo Ducale
OWEN WINGRAVE
di Benjamin Britten
opera in due atti op. 85
libretto di Myfanwy Piper
da un racconto di Henry James
Edizione Faber Music
Direttore Daniel Cohen
Regia Andrea De Rosa
Scene Giuseppe Stellato
Costumi Ilaria Ariemme
Light designer Pasquale Mari
Cast
Äneas Humm (Owen Wingrave, baritono)
Kristian Lindroos (Spencer Coyle, basso-baritono)
Ruairi Bowen (Lechmere, tenore)
Charlotte-Anne Shipley (Miss Wingrave, soprano)
Lucía Peregrino (Mrs Coyle, soprano)
Chiara Boccabella (Mrs Julian, soprano)
Sharon Carty (Kate Julian, mezzosoprano)
Simone Fenotti (General Sir Philip Wingrave, tenore)
Chenghai Bao (Narrator, tenore)
Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala
Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi
Maestro del coro Angela Lacarbonara
Prima rappresentazione italiana
Nuova produzione del Festival della Valle d’Itria
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