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Michele Mariotti con l’Orchestra Rai, il trionfo della malinconia tra Schubert e Strauss

Il trionfo della malinconia e del disincanto tra Schubert e il tardo-romanticismo di Richard Strauss: pagine al centro del concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Michele Mariotti, in onda giovedì 28 novembre alle 20.30 in diretta su Radio3 e sul circuito Euroradio dall’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino.Michele Mariotti con l'Orchestra Rai, il trionfo della malinconia tra Schubert e Strauss Michele Mariotti con l'Orchestra Rai, il trionfo della malinconia tra Schubert e Strauss

Mariotti torna a dirigere l’Orchestra Rai dopo il successo di Semiramide, che lo scorso agosto ha inaugurato la 40esima edizione del Rossini Opera Festival di Pesaro. Insignito del “Premio Abbiati” 2016 come Migliore direttore d’orchestra e sempre più affermato sulla scena internazionale, è ospite dei teatri e delle sale da concerto più prestigiosi al mondo, dal Gewandhaus di Lipsia al Metropolitan di New York, dall’Opéra di Parigi alla Bayerische Staatsoper di Monaco.

In apertura di programma Mariotti propone l’Ouverture da Die Zauberharfe (L’arpa magica) D 644, opera-melologo di argomento fantastico concepita da FranzSchubert nel 1820 per il Theater an der Wien. Fra le tante infelici esperienze teatrali dell’autore, più volte attratto dalle luci del palco, Die Zauberharfe si distingue per l’Ouverture fresca e vitale, che fu trasferita tre anni dopo in testa alle musiche di scena per il melodramma Rosamunde.

Segue la Sinfonia n. 8 in si minore D 759 detta “Incompiuta”, scritta da Schubert nel 1822 ed eseguita per la prima volta nel 1865, allorché il direttore Johann von Herbeck la riscoprì nella biblioteca di uno degli amici fidati del musicista. Composta di due soli movimenti e di uno Scherzo allo stato di abbozzo – per ragioni mai chiarite che hanno alimentato l’equivoco sulla sua “compiutezza” – la pagina è una delle più squisite espressioni romantiche di tutto il repertorio sinfonico.

Chiudono la serata pagine tratte da due capolavori del teatro musicale del primo Novecento come la Danza dei sette veli da Salome e la Suite per orchestra da Der Rosenkavalier (Il cavaliere della rosa) op. 59 di Richard Strauss.

La prima è la seducente danza orchestrale tratta dal celebre atto unico composto sull’omonima tragedia di Oscar Wilde. La seconda è il raffinato gioco di cuciture tra i momenti topici dell’opera di Strauss realizzato dal direttore Artur Rodziński nel 1945, dopo i vari tentativi dell’autore.

I valzer del Rosenkavalier raccolti nella Suite sono l’addio commosso a un’epoca sull’orlo della Grande Guerra e il simbolo di un paradiso perduto che nel libretto di Hofmannsthal era collocato in una Vienna settecentesca pervasa dallo spirito di Mozart.

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