Vai al contenuto

Recensione: “Palladio”, la modernità dell’arte antica

Nei cinema solo il 20-21-22 maggio 2019

Ultimo appuntamento della stagione con l’arte al cinema. Palladio chiude un ciclo di racconti che Magnitudo Film insieme a Chili ha portato in questo percorso sul grande schermo. I docu-film sull’arte che negli scorsi mesi abbiamo visto al cinema sono Bernini, Dinosaurs, Mathera, Leonardo Cinquecento, Wunderkammer – Le stanze della meraviglia e Canova.

Recensione: "Palladio", la modernità dell'arte antica

Palladio, dedicato all’architetto Andrea Palladio, è il settimo appuntamento di Magnitudo Film. Il racconto di uno degli architetti più influenti di sempre che con la sua opera ha ispirato la costruzione dei più importanti edifici del potere del mondo, tra questi negli Stati Uniti d’America la Casa Bianca e il Congresso.

I set principali di Palladio sono Villa Saraceno,  Villa Godi Malinverni (dove Luchino Visconti girò alcune scene di Senso),  Villa La Rotonda e altre storiche dimore ed edifici creati dal genio palladiano. Il film è diretto dal regista Giacomo Gatti, discepolo e collaboratore di Ermanno Olmi.

L’architetto e docente Gregorio Carboni Maestri, docente all’Université Libre di Bruxelles, ci conduce in un viaggio intervallato da scorci e interventi di studiosi, storici, proprietari delle ville, conservatori e dalle restauratrici del Centro Europeo di Restauro di Firenze che si riuniscono nei saloni della Villa in occasione di un congresso sulla figura di Palladio a Vicenza.  Kenneth Frampton e l’archistar Peter Eisenman, inoltre, raccontano le influenze del creatore italiano rinascimentale all’interno del proprio lavoro.

Palladio affronta inoltre, attraverso l’arte, alcuni momenti storici importantissimi, dalla riconquista dei luoghi dell’entroterra da parte della Repubblica di Venezia, che significherà la sostituzione dei castelli feudali con le ville, alla epidemia di peste a Venezia (1574-75), cui seguirà la chiesa-tributo del Redentore, la visita dell’architetto in una Roma mai così decadente e malridotta.

Non manca una approfondita analisi dell’evoluzione di Palladio da bravo scalpellino a grande artista: grazie all’aiuto di Gian Giorgio Trissino, infatti, Palladio, come ricordato, può venire in contatto con l’architettura della Capitale. Ne rimarrà colpito ma, a differenza di molti altri che si limitano a riprodurre ciò che vedono, lui produrrà degli spaccati di straordinaria qualità, rivelando le tecniche di costruzione e assorbendole a sua volta. La sua grande capacità sarà quella di rielaborarle, creando architetture sorprendentemente moderne.

Palladio non riuscirà a costruire una sola abitazione a Venezia, fallendo il suo obiettivo principale. Ma questa sarà l’occasione per creare, ancora una volta innovando, molti brillanti esempi di arte pubblica, sempre rimanendo fedele al suo stile originale e personalissimo.

Il film d’arte, realizzato in 8K, intreccia il contesto storico e culturale di Palladio con la sua attuale e moderna eredità. Un documentario che dà voce ai palladiani contemporanei, a coloro che oggi studiano, vivono e preservano l’opera di Palladio per le generazioni future.

Autore

1 commento su “Recensione: “Palladio”, la modernità dell’arte antica”

  1. Pingback: Stefano Boeri Architetti (Milan) cherche un architecte francophone – ATELIER 04

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Send this to a friend