“Rotta 230°” stasera su Rai Storia: il viaggio degli esuli istriani

"Rotta 230°" stasera su Rai Storia: il viaggio degli esuli istrianiStasera Rai Storia propone un documentario che ripercorre l’esodo giuliano dalmata. Il film racconta il ritorno simbolico verso le terre abbandonate oltre 70 anni fa.

Un viaggio nella memoria storica

“Rotta 230°. Ritorno alla terra dei padri” va in onda martedì 16 settembre alle 21.10 su Rai Storia. Il documentario di Igor Biddau, prodotto da Gianluca Vania Pirazzoli per Time Multimedia, esplora una pagina dolorosa della storia italiana.

L’opera cinematografica ricostruisce la memoria dell’esodo giuliano dalmata. Migliaia di italiani furono costretti ad abbandonare le coste adriatiche dopo la Seconda Guerra Mondiale. Alcuni trovarono rifugio a Fertilia, in Sardegna, dove iniziarono una nuova esistenza.

La storia dell’imbarcazione Klizia

Il protagonista del documentario è Giulio Marongiu, ottantaseienne comandante dell’imbarcazione Klizia. Dopo più di 70 anni, decide di ripercorrere in senso inverso la rotta dei pescherecci. Nel 1948, infatti, 13 imbarcazioni trasportarono 53 famiglie di esuli verso la Sardegna.

Il viaggio durò 20 giorni e 20 notti lungo le coste della penisola. Le famiglie raggiunsero Fertilia, piccola città incompiuta vicino ad Alghero. Fu un incontro particolare: una città senza abitanti accolse una comunità senza casa.

Il percorso del ritorno

L’imbarcazione Klizia salpò da Alghero comandata da Giulio Marongiu, esule da Pola. L’equipaggio raggiunse diverse tappe significative del viaggio originario. Prima toccò Chioggia, porto di partenza dei 13 pescherecci storici.

Successivamente, l’imbarcazione navigò verso Venezia, Trieste e Muggia. Quest’ultima rappresenta l’ultima città italiana in Istria. Il viaggio proseguì oltre i confini nazionali, raggiungendo Capodistria e Pirano in Slovenia.

Le destinazioni finali

Il percorso si concluse in Croazia, nelle principali città istriane. L’equipaggio visitò Rovigno e infine Pola, città natale del comandante. Per Giulio fu un momento molto emotivo: rivedeva per la prima volta la sua città d’origine.

L’equipaggio del documentario

L’equipaggio della Klizia comprendeva diverse figure significative. Federico, figlio del comandante, partecipò al viaggio insieme al padre. Mauro Manca, fondatore dell’Ecomuseo Egea, contribuì alla spedizione documentaristica.

Giuseppe Bellu completava il gruppo, insieme a Federica Picone. Quest’ultima interpretò la Sirena ispiratrice che guidò simbolicamente il ritorno. Il cinema documentaristico italiano ha trovato in questa storia un soggetto particolarmente toccante.

La produzione cinematografica

Il film fu presentato in anteprima alla 81ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Mario Audino e Igor Biddau firmarono la sceneggiatura del documentario. La voce narrante è quella di Roberto Pedicini, rinomato doppiatore italiano.

Alina Person diede voce al personaggio della Sirena. Le musiche furono composte appositamente dal Maestro Pinuccio Pirazzoli. Isabella Adriani offrì una performance musicale esclusiva per la colonna sonora.

Un esempio di resilienza

Il documentario mostra un esempio straordinario di resilienza umana. Fertilia rappresentò un modello di inclusione per gli esuli giuliano-dalmati. La comunità seppe ricostruire la propria esistenza dopo la tragedia dell’esodo.

Inoltre, il film testimonia la forza degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Ovunque nel mondo, questa comunità si distinse per la capacità di ripartire. La loro storia dimostra come si possa superare anche le prove più difficili.

Il viaggio della Klizia rimane nella memoria come simbolo di riconciliazione. Attraverso questo documentario, le nuove generazioni possono conoscere una storia importante. L’opera contribuisce a mantenere viva la memoria di chi fu costretto a lasciare la propria terra.

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