Salto nel vuoto

Fine anni ’70, Roma. Sin da piccola, Marta ha accudito amorevolmente il fratello Mauro. Ora che però sono un uomo e una donna maturi, Mauro teme per la salute mentale della sorella. E’ la storia del film diretto da Marco Bellocchio “Salto nel vuoto”, in onda sabato 31 maggio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast, Michel Piccoli, Anouk Aimée, Michele Placido, Gisella Burinato.
Opera in stato depresso, da pre-suicidio: analisi socio-psicologica e condanna della follia repressa nell’uomo borghese maschilista, incapace di esprimere i propri sentimenti, masochistico nei rapporti personali incentrati sull’ossimoro odio-amore, vigliacco di fronte alla Vita, ingabbiato nelle proprie pignolerie e sicurezze (la giustizia), voyeur meschino e isolato (magnifico, in questo senso, il brano dei ladri in casa lasciati indisturbati). Come contraltare pasoliniano, ecco l’insania dell’artista, libero di agire come pensa, di vivere all’aperto, non barricato in casa. Il personaggio di Anouk Aimée (la sorella del giudice) ritrova la felicità nel momento in cui si lascia alle spalle la morale cattolica (borghese) e trova l’affetto, per quanto effimero, in quello dell’attore/artista interpretato da Michele Placido, un altro archetipo all’estremo, per questo imperfetto. Quando Michel Piccoli si aggira irrequieto per casa, vivendo i silenzi del proprio deserto esistenziale, non può non venire in mente Dillinger è Morto. Marco Bellocchio (David di Donatello per la regia) pennella il tutto con vigore, non esente purtroppo da alcune lacunosità figlie della presunzione intellettuale, ma con la magnificenza di un’affascinante ricerca linguistica fatta di allegorie, lievi onirismi (i bambini che si aggirano per casa come folletti nella notte: metro della sanità mentale dell’uomo), vuoti comunicativi antonioniani, caustica ferreriana, bressoniano spessore della fissità di sguardo, bellocchiani squallore/conforto della pazzia e scatti nervosi nella finta quiete. Suadenti, insieme inquietanti, mordaci e surreali, le musiche di Nicola Piovani.
Appuntamento assolutamente imperdibile.
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