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Stasera in TV: “In prima tv “Bologna 2 agosto 1980″”. Su Rai Storia (canale 54) un racconto corale della strage

Stasera in TV: "In prima tv "Bologna 2 agosto 1980"". Su Rai Storia (canale 54) un racconto corale della strage Stasera in TV: "In prima tv "Bologna 2 agosto 1980"". Su Rai Storia (canale 54) un racconto corale della strageStasera in TV: "In prima tv "Bologna 2 agosto 1980"". Su Rai Storia (canale 54) un racconto corale della strage Stasera in TV: "In prima tv "Bologna 2 agosto 1980"".   Su Rai Storia (canale 54) un racconto corale della strageLa strage di Bologna del 2 agosto 1980 è stato l’eccidio più cruento e tragico in tempo di pace per l’Italia. Sono passati quarant’anni e quella ferita ancora non si è rimarginata per il Paese e per la città, che ha voluto ricordare gli 85 morti e gli oltre 200 feriti lasciando uno dei due orologi della stazione fermo alle 10.25 di quel giorno.

Rai Storia ricorda la strage con “Bologna 2 agosto 1980”, di Alessandro Chiappetta, per la regia di Graziano Conversano, in onda in prima visione stasera  alle 21.10 e in replica domenica 2 agosto alle 22.40 sempre su Rai Storia. Un racconto corale, un mosaico di memorie e ricordi affidato a chi in quella giornata ha visto stravolgere la propria vita.

Gente comune, lavoratori, vacanzieri, turisti, che hanno subito nel corpo e nell’animo le ferite di quell’esplosione, e con queste hanno fatto i conti per tutta la vita. Ci sono i parenti delle vittime, come Paolo Bolognesi, che perse la suocera e vide feriti il figlio e la madre; Paola Mannocci che perse la madre, ma il cui padre riuscì a salvarsi, e Cristina Caprioli che perse il fratello Davide. Ci sono i feriti, come Carlo Dionedi, Patrizia Poli, il ferroviere Roberto Castaldo e Marina Gamberini, volto di una delle foto più celebri dell’eccidio.

Con loro, il racconto dei giornalisti Jenner Meletti e Roberto Scardova e dell’operatore Enzo Cicco, che giunsero sul posto per raccontare la tragedia, la dottoressa Maria Teresa Fiandri, che all’Ospedale Maggiore dedicò giorni e giorni alle cure dei feriti più gravi, e Agide Melloni, autista del bus 37, che divenne una navetta che viaggiava tra la stazione e gli ospedali, caricando i feriti e i morti, e che simboleggia ancora oggi il cuore di Bologna e dei bolognesi.

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