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Stasera in TV: “Rai5 (canale 23) va “Di là dal fiume e tra gli alberi””. Navigando il canale di Piombino

Stasera in TV: "Rai5 (canale 23) va "Di là dal fiume e tra gli alberi"". Navigando il canale di Piombino Stasera in TV: "Rai5 (canale 23) va "Di là dal fiume e tra gli alberi"". Navigando il canale di PiombinoIl Canale di Piombino è il braccio di mare tra l’Elba e la terra ferma. Lo ‘stretto necessario’ per raccontare una storia di uomini e di ferro iniziata tremila anni fa e mai conclusa e che Guido Morandini racconta nel documentario “Ferry Boat, Canale di Piombino” in onda in prima visione stasera alle 22.10 su Rai5 per la seconda stagione della serie “Di là dal fiume e tra gli alberi”.

Un viaggio in mare dentro i confini certi di un canale, scandito dall’attraversamento di traghetti, di vele, di navi cargo e pescherecci. Animato da pendolari che lo attraversano per raggiungere la scuola, gli uffici, l’ospedale, i mercati. Ognuno guarda l’altra sponda come la libertà o la costrizione, ma nessuno si può sottrarre alla bellezza dei tramonti che si addormentano dietro le isole dell’Arcipelago Toscano. Una corona perfetta stesa di fronte al promontorio che da Baratti raggiunge il Golfo di Follonica. Persone autentiche, vere, affilate come l’acciaio, modellate sul confine a ovest della penisola italica.

Piombino è un finale, ci si arriva con una digressione della Ferrovia Tirrenica o dell’Aurelia. Da qui si può solo ripartire. Sembra una nota metafora italiana: ricominciare. Ma da che cosa? Per cento anni un’industria pesante che ha dato benessere e problemi, cultura e inquinamento, oggi è in crisi. Non può essere abbandonata, ma servono vere alternative. Il mare potrebbe esserlo. Scendere a Piazza Bovio, protesa sul canale di fronte all’Elba, apre il cuore e fa sperare in una rinascita.

Lo dice Cinzia, archeologa; lo dice Antonio, storico dell’arte; lo dice Milco, marmista; gli fa eco Andrea, pescatore. Il desiderio degli studenti dell’Istituto Foresi di Portoferraio, in vece, è diverso. Amano la loro terra, ma vedono il mare che circonda l’isola come un impedimento, un ostacolo liquido da superare per avere delle opportunità nella vita. Ma dentro difendono la loro identità elbana, e dicono: ritorneremo!

E così tutto si conclude con le immagini della squadra di rugby elbana-piombinese: i Mascalzoni del Canale, e con un brano che The Blues Eaters, gruppo composto da Lavoratori, suonano sotto l’Afo 4, l’altoforno spento pochi anni fa e oggi simbolo di un’identità e di un orgoglio che non può essere cancellato.

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