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Time to Question: su ARTE la serie di documentari che racconta il futuro del Pianeta secondo i giovani

Time to Question: su ARTE la serie di documentari che racconta il futuro del Pianeta secondo i giovani Time to Question: su ARTE la serie di documentari che racconta il futuro del Pianeta secondo i giovaniSi chiama Time to Question ed è la mega inchiesta che, realizzata dal canale europeo ARTE, ha coinvolto 400.000 giovani europei tra i 18 e i 35 anni e raccolto 40 milioni di risposte. Ora diventa una serie di 5 cortometraggi5 documentari firmati da giovani cineasti under 35 e una trasmissione speciale per capire come i giovani affrontano le questioni ambientali, climatiche, politiche e legate alla società.

Nove giovani italiani su dieci riconoscono come la crisi climatica stia modificando la società e il 50% ritiene che quello del clima sia il problema più urgente da affrontare, seguito dall’inquinamento (30%) e dal mondo animale (8%).

Sono soltanto alcuni dei dati che emergono da “Time to Question”, la mega-inchiesta realizzata da ARTE in collaborazione con NHK World Japan per capire come i giovani affrontano le questioni ambientali e climatiche, ma anche come vedono la società, l’economia e la politica del XXI secolo. Oltre 400.000 europei tra i 18 e i 35 anni hanno risposto – a maggio 2020 – alle 132 domande del sondaggio online e un team di sociologi ha poi valutato più di 40 milioni di risposte raccolte.

I risultati di quello che è il più grande studio sociologico mai realizzato sulle questioni ambientali scaturiscono ora in una programmazione straordinaria disponibile gratuitamente in streaming e sottotitolata in italiano su ARTE in italiano (https://www.arte.tv/it/videos/RC-020170/time-to-question/).

In particolare, gli esiti del sondaggio sono confluiti nell’omonima serie di cortometraggi prodotti da ARTE: 5 filmati di 7 minuti ciascuno per la regia di Henri Poulain che con animazioni, materiale d’archivio e interviste raccontano e illustrano i dati raccolti e offrono un nuovo sguardo europeo sulla protezione dell’ambiente.

Inoltre, sono online ulteriori 5 documentari – co-prodotti da ARTE – realizzati da giovani cineasti under 35 che rappresentano la nuova generazione e illustrano la sua lotta per un mondo migliore.

Susanne Erler e Aline Abbound firmano Tocca a noi! – Ritratto di una generazione impegnata che mostra come l’approccio della giovane generazione ai temi del clima, del razzismo e della parità di genere stia trasformando le società europee. Disobbedisco, di Adèle Flaux e Alizée Chiappini, racconta due anni di protesta giovanile a favore dell’ambiente.

Vivi felice, per la regia di Marine Guizy, è un viaggio attraverso la realtà dei 25-30enni che cercano di costruire un futuro sul cumulo di macerie lasciato dalle generazioni precedenti. Amore mio di Chloé Bruhat e Sascha Quade sonda le società europee per decifrare i codici amorosi dei giovani di oggi, mentre Settant’anni di contestazione giovanile di Aurélien Guégan racconta con materiale d’archivio come ogni generazione, dagli anni 70 a oggi, abbia inventato forme culturali radicali e provocatorie per esprimere la propria rabbia e trovare un posto nel mondo.

Infine, ARTE ha dedicato a Time to Question e alla Generazione Z un night special di Tracks: la trasmissione è presentata da Salwa Houmsi e ha ospiti d‘eccezione come Luisa Neubauer, icona dei Fridays For Future, e i rapper LGoony e Che Lingo.

Time to Question: 5 cortometraggi per raccontare la mega-inchiesta

Dall’abbattimento degli stereotipi del legame tra ricchezza e ambientalismo all’incapacità dei governi di gestire la crisi ambientale, passando per le abitudini alimentari e il ruolo delle donne nella lotta contro le disuguaglianze: ecco cosa dicono i giovani europei nel sondaggio Time to Question analizzato in 5 cortometraggi disponibili su ARTE.

Ecologia è roba per ricchi? – Time to Question contribuisce ad abbattere lo stereotipo che lega comportamenti sostenibili e classi più abbienti: il 77% degli europei non è d’accordo sul fatto che essere green sia prerogativa dei ricchi. Tra l’altro, emerge che i più precari sono due volte più toccati dai problemi ambientali e che il 75% di loro compra bio.

Dovremmo smettere di mangiare carne? – Per il bene del clima è necessario cambiare abitudini: in particolare, il 93% dei partecipanti francesi e tedeschi pensa che l’allevamento industriale sia un problema. Dovremmo quindi smettere mangiare carne? Il 56% degli europei dice di no (per l’Italia: 52%), mentre per esempio i tedeschi votano sì nel 61% dei casi.

Le donne salveranno il pianeta? – Esiste una connessione tra ambientalismo, diritti e genere: dal sondaggio emerge come le donne siano più radicali riguardo alla protezione dell’ambiente, affermando nel 65% dei casi che il problema sia da affrontare con massima urgenza, contro il 55% degli uomini. Anche su altri temi di natura sociale le donne si rivelano più sensibili: il razzismo è grave per il 70% delle donne (contro il 55% degli uomini) e si dichiarano coinvolte  sulle questioni di genere nel 67% dei casi (contro il 41% degli uomini).

Emergenza climatica, urgenza democratica? – I giovani sono diffidenti nei confronti di governi e istituzioni e della loro capacità ad affrontare l’emergenza climatica: il 63% pensa che il governo non faccia abbastanza per l’ambiente e l’82% chiede di imporre pratiche ecologiste.

Il mondo di domani sarà (per forza) peggiore?  – In questo episodio viene messo in luce il pessimismo degli intervistati rispetto ad un possibile collasso della società civile, così come la conosciamo. Il 94% afferma che il cambiamento climatico porterà a cambiare la società e il 67% ritiene la decrescita sia una possibile o l’unica soluzione.

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