Viaggio in seconda classe oggi su Rai Storia: l’Italia autentica del 1977

Viaggio in seconda classe oggi su Rai Storia: l'Italia autentica del 1977Torna oggi su Rai Storia un documento televisivo unico nel suo genere. Infatti, giovedì 7 agosto alle 22.10 va in onda “Viaggio in seconda classe”. Inoltre, il programma fa parte della rassegna “RAInchieste” condotta da Giorgio Zanchini.

Il documentario ripropone un esperimento televisivo straordinario di Nanni Loy. Pertanto, gli spettatori possono riscoprire uno spaccato autentico dell’Italia degli anni Settanta. Di conseguenza, emergono testimonianze spontanee di persone comuni catturate durante un viaggio in treno.

La candid camera che racconta l’Italia vera

Il 20 aprile 1977 Nanni Loy salì su un treno con telecamere nascoste. Infatti, voleva documentare l’Italia autentica che difficilmente appariva in televisione. Inoltre, scelse deliberatamente la seconda classe per trovare il vero spaccato sociale del Paese.

Microfoni e telecamere nascoste catturavano momenti di ordinaria spontaneità. Tuttavia, questi istanti si trasformavano in straordinarie cartoline d’epoca. Di conseguenza, nasceva un mosaico di dialetti, paesaggi e storie della gente comune.

La protagonista inconsapevole da Martinafranca

Una simpatica signora pugliese diventa la vera star del documentario. Infatti, ignara delle telecamere, si racconta senza filtri durante il viaggio. Inoltre, le sue parole spontanee regalano momenti di autentica italianità.

“Sono tanto fotogenica. Avrei potuto fare l’attrice”, confessa candidamente. Pertanto, la donna non immaginava di diventare protagonista di un documento storico. Di conseguenza, la sua spontaneità cattura l’essenza dell’epoca.

Storie di famiglia e nostalgia del Sud

La casalinga ripercorre la genealogia della sua grande famiglia pugliese. Infatti, racconta di una stirpe di buona discendenza finita in bancarotta durante il fascismo. Inoltre, descrive artisti da parte di madre e avvocati da parte di padre.

Incalzata dagli attori che si fingevano comici, parlava dei trulli caratteristici. Inoltre, cantava in dialetto martinese mostrando orgoglio per le sue origini. Tuttavia, ricordava anche la sofferenza vissuta a Milano per la nostalgia della sua lingua.

Il dramma della migrazione interna

“Se parlavamo in martinese i milanesi ci chiamavano giargianesi”, racconta con amarezza. Pertanto, emerge il tema della migrazione interna e delle difficoltà di integrazione. Di conseguenza, il documentario tocca questioni sociali ancora attuali.

La donna mostra le sue foto e racconta della sua giovinezza. Infatti, si paragona a una famosa attrice dell’epoca con innocente vanità. Inoltre, questi momenti restituiscono l’umanità semplice di un’Italia che cambiava.

Un giovane sardo e il razzismo sociale

Tra i protagonisti spicca anche un giovane sardo di 23 anni. Infatti, Nanni Loy lo definisce affettuosamente “un caro concittadino” della sua Sardegna. Inoltre, il ragazzo racconta esperienze dolorose di discriminazione sociale.

Aveva subito “razzismo” a scuola perché figlio di contadini. Pertanto, conosceva bene la differenza tra chi può e chi non può permettersi certi privilegi. Tuttavia, nutriva un forte desiderio di rivalsa sociale.

Riflessioni profonde tra i vagoni

Nonostante avesse trovato lavoro in banca, doveva partire per il servizio militare obbligatorio. Infatti, il giovane condivideva riflessioni mature con i compagni di viaggio. Inoltre, le sue parole rivelavano una saggezza precoce.

“A sopravvivere si fa in fretta, vivere è difficile”, confidava a una presunta madre depressa. Pertanto, aggiungeva: “Poi ti accorgi che se sopravvivi, stai vivendo”. Di conseguenza, emergevano verità universali dalla bocca di un ragazzo.

Temi universali in un contesto d’epoca

Il documentario affrontava questioni profonde attraverso conversazioni apparentemente casuali. Infatti, si parlava di razzismo, migrazione interna e servizio di leva obbligatorio. Inoltre, emergevano temi come ateismo, crisi economica e scioperi.

Un attore interpretava un giovane musulmano che pregava durante il viaggio. Pertanto, già nel 1977 si affrontava il tema delle diverse religioni. Di conseguenza, il programma anticipava dibattiti ancora attuali sulla convivenza multiculturale.

L’appuntamento con Rai Storia offre un tuffo nell’Italia di quasi cinquant’anni fa. Infatti, “Viaggio in seconda classe” resta un documento prezioso per comprendere la società dell’epoca. Inoltre, la regia di Nanni Loy trasforma un semplice viaggio in treno in uno specchio fedele del Paese degli anni Settanta.

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