La storia del borgo “Tutto è vita”, che accoglie i malati terminali

Accanto agli animali, le piante, che con la loro silenziosa intelligenza, rivelano un altro modo di abitare il mondo. Stefano Mancuso, docente all’Università di Firenze e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia vegetale, mostra come la natura sappia organizzarsi, comunicare e sostenersi reciprocamente. Una rete invisibile ma reale, che parla di comunità e di cooperazione.
E c’è chi, nel momento estremo dell’esistenza, sceglie di accompagnare con consapevolezza chi affronta la morte. Guidalberto Bormolini, sacerdote e tanatologo, è anche ex falegname, liutaio e fabbro. Attraverso la comunità spirituale dei Ricostruttori nella preghiera, ha ricostruito insieme ai volontari sulle colline di Prato, il borgo “Tutto è vita”: un luogo per anni abbandonato, pensato per accogliere i malati terminali e i loro familiari. Qui il cammino spirituale si intreccia con il lavoro manuale e la cura degli spazi, in un’opera capace di trasformare il dolore in presenza e l’angoscia in ascolto e attenzione.
Con “Parlami di te”, Domenico Iannacone, compone un mosaico di storie che tendono l’una verso l’altra.
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