Dario Fabbri a Lucca: “Il destino dei popoli” svela i segreti della geopolitica umana

Dario Fabbri a Lucca: "Il destino dei popoli" svela i segreti della geopolitica umanaL’analista che legge il mondo attraverso i popoli

Il giornalista e analista geopolitico Dario Fabbri arriva a Lucca. Venerdì 21 novembre alle 21 presenta “Il destino dei popoli” nella Chiesa di San Francesco. Inoltre, l’evento fa parte della XII edizione di Conversazioni in San Francesco.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca promuove questo terzo appuntamento della rassegna. Il tema dell’edizione 2024 è “Frontiere”, una riflessione sul nostro tempo. Inoltre, crisi globali e tensioni geopolitiche ridefiniscono identità e appartenenza.

I biglietti gratuiti saranno prenotabili online a partire dalle 12 di martedì 18 novembre. Il sito www.fondazionecarilucca.it gestisce le prenotazioni per questo evento imperdibile. Inoltre, i posti disponibili nella suggestiva Chiesa di San Francesco sono limitati.

Frontiere: non solo confini geografici

Le frontiere assumono oggi molteplici forme nella nostra società. Possono essere geografiche, culturali o esistenziali secondo la rassegna lucchese. Inoltre, mai come oggi ridefiniscono la nostra idea di chi siamo.

La frontiera rappresenta anche una soglia personale da attraversare. Lasciare una casa, iniziare un nuovo lavoro o superare un dolore sono frontiere esistenziali. Inoltre, vivere un amore o allontanarsi da luoghi familiari comporta attraversamenti profondi.

Nelle migrazioni la dimensione umana e quella politica si intrecciano profondamente. Il viaggio comporta sfide legate a lingue, diritti e valori diversi. Inoltre, ogni spostamento ridisegna identità individuali e collettive in modo permanente.

La geopolitica umana di Dario Fabbri

Dario Fabbri propone un approccio rivoluzionario allo studio delle relazioni internazionali. La sua “geopolitica umana” intreccia antropologia, psicologia collettiva e memoria storica. Inoltre, supera gli schemi interpretativi tradizionali che dominano il dibattito pubblico.

“Il destino dei popoli” invita a osservare le comunità mentre costruiscono il proprio futuro. Questi gruppi influenzano anche il destino degli altri in modo spesso invisibile. Inoltre, Fabbri mette al centro paure, desideri e ambizioni collettive.

In Occidente si tende a credere che la storia sia già stata decifrata. Ma le discipline umanistiche cambiano continuamente senza sosta. Inoltre, non esiste un’unica chiave per interpretare gli eventi del passato e del presente.

Dal podcast al libro: il percorso di un analista premiato

Dario Fabbri è direttore editoriale del mensile Domino e della sua scuola di geopolitica. Ha scritto “Geopolitica Umana” per Gribaudo/Feltrinelli riscuotendo grande successo. Inoltre, il suo ultimo libro approfondisce i concetti presentati a Lucca.

“Il destino dei popoli. Come l’umanità ha fatto la storia” è appena uscito per Gribaudo. Il volume esplora forze collettive che plasmano ancora il nostro presente. Inoltre, lingue, culture, religioni e idee nascono da secoli di ambizioni popolari.

Fabbri è autore per Rai Radio 3 del podcast “Imperi”. Inoltre, realizza “Stati di tensione” per Chora Media con grande seguito. Nel 2017 ha ricevuto dall’ambasciatore americano il premio Amerigo come miglior analista.

Il confine USA-Messico chiude la rassegna

Le Conversazioni in San Francesco si concluderanno domenica 30 novembre alle 18. Francesco Anselmi e Renata Ferri presenteranno “Borderlands. Un viaggio americano”. Inoltre, questo progetto fotografico esplora il confine tra Stati Uniti e Messico.

La rassegna offre quindi uno sguardo completo sul tema delle frontiere contemporanee. Dall’analisi geopolitica alla testimonianza fotografica, il programma abbraccia molteplici prospettive. Inoltre, ogni appuntamento arricchisce la riflessione su identità e appartenenza oggi.

Dario Fabbri ricorda che i popoli costruiscono narrazioni senza rumore. Queste forze collettive operano nei secoli generando culture e sistemi di pensiero. Inoltre, comprendere questi meccanismi significa decifrare il presente con strumenti nuovi.

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