Il malato immaginario con Paolo Bonacelli in onda domenica su Rai 5

Il malato immaginario con Paolo Bonacelli in onda domenica su Rai 5Rai Cultura dedica uno speciale tributo a Paolo Bonacelli, attore di grande talento nel panorama teatrale e cinematografico italiano. L’appuntamento è per domenica 12 ottobre alle 16.45 su Rai 5 con “Il malato immaginario”, produzione firmata Rai Cultura nel 2014.

Un omaggio a un grande interprete

Bonacelli ha collaborato con maestri del cinema come Pasolini, Rosi e Benigni. La sua carriera attraversa decenni di successi sia sul palcoscenico che sul grande schermo. Inoltre, la sua interpretazione dei classici resta indimenticabile per intensità e profondità.

La rilettura di Marco Bernardi

Il regista Marco Bernardi affronta il capolavoro di Molière con uno sguardo particolare. Infatti, mette in luce la doppia natura dell’opera: farsesca e tragica allo stesso tempo. Paolo Bonacelli interpreta Argante, l’ipocondriaco protagonista della vicenda.

Non si tratta della prima volta per l’attore. Già nel 1984-’85 aveva vestito i panni del personaggio nell’edizione diretta da Mario Missiroli. Pertanto, Bonacelli porta in scena un’esperienza maturata nel tempo.

L’ultimo capolavoro di Molière

“Il malato immaginario” rappresenta l’ultima grande opera del drammaturgo francese. Si tratta di una farsa ricca di momenti comici e situazioni esilaranti. Tuttavia, emerge anche una visione disincantata del mondo.

Molière aveva perso, al termine della sua esistenza, la fiducia in sé stesso e negli altri. Questa dimensione più cupa permea l’intera commedia, conferendole una profondità inaspettata.

Un personaggio autobiografico

Argante è padre di una bella figlia e marito di una donna avida e infedele. Inoltre, è circondato da medici avidi, ciarlatani e salassatori senza scrupoli. Molière costruì questo personaggio pensando a sé stesso.

Purtroppo, il drammaturgo riuscì a interpretarlo solo per quattro recite. Morì infatti il 17 febbraio 1673, pochi minuti dopo la fine dello spettacolo. Per questo motivo, l’opera conserva ancora oggi un’aura di sacralità teatrale.

Nel corso degli anni, registi e attori importanti si sono confrontati con questo testo. Tra questi Giorgio De Lullo con Romolo Valli, Andrée Ruth Shammah con Franco Parenti e Jacques Lassalle con Giulio Bosetti.

La doppia natura dell’opera

La versione di Bernardi approfondisce il carattere bifronte della commedia. Da un lato c’è la struttura comica perfetta, con ritmo forsennato ed efficacia garantita. Dall’altro emerge una riflessione amara sulla condizione umana.

Il regista spiega il suo approccio interpretativo: “Lo scontro tra due forze opposte è il tema centrale”. Infatti, il testo risulta “insanguinato dalla morte di Molière” e riletto alla luce della sua biografia.

La solitudine esistenziale di Argante

Paolo Bonacelli descriveva così il suo personaggio: “Argante è un uomo buono, generoso e innamorato”. Tuttavia, è circondato da persone folli e irragionevoli. Non soffre tanto per la malattia, quanto per una profonda solitudine esistenziale.

Questa caratteristica rivela appunto il tratto autobiografico della commedia. Molière vi trasfuse le sue angosce e i suoi timori più profondi.

Il cast e la produzione

Accanto a Bonacelli recitano Carlo Simoni e Patrizia Milani. Completano il cast Xenia Bevitori, Gaia Insenga, Fabrizio Martorelli, Massimo Nicolini e Maurizio Ranieri. Ci sono anche Giovanna Rossi, Libero Sansavini, Roberto Tesconi e Riccardo Zini.

Le scene sono firmate da Gisbert Jaekel, mentre i costumi portano la firma di Roberto Banci. Si tratta di una produzione del Teatro Stabile di Bolzano. Le riprese furono realizzate al Teatro Eliseo di Roma nel 2014, con regia televisiva di Marco Odetto.

Un’occasione per riscoprire un classico immortale del teatro francese attraverso l’interpretazione magistrale di uno dei più grandi attori italiani.

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