Il 5 marzo 1953 si spegne Josif Stalin. L’Unità, organo del Partito Comunista Italiano, commemora il dittatore sovietico con un titolo che oggi appare stridente: “Stalin è morto. Gloria eterna all’uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e il progresso dell’umanità”.
Tre anni dopo, nel 1956, il XX congresso del Pcus avvia la destalinizzazione, smascherando i crimini del regime staliniano. Nello stesso anno, i carri armati sovietici invadono l’Ungheria per reprimere nel sangue la rivolta popolare. Questi eventi segnano un punto di svolta nella politica italiana: matura il distacco del Psi dal Pci, ponendo fine al “frontismo” e inaugurando la linea “autonomista” guidata da Pietro Nenni.
Il trauma Tambroni e la svolta democristiana
Per la Democrazia Cristiana, al governo da oltre un decennio, si apre la possibilità di un’apertura a sinistra, ma i tempi non sono maturi. Sarà necessario attraversare il “trauma” del governo Tambroni, un monocolore Dc sostenuto dal Movimento Sociale Italiano che nel 1960 scatena proteste e violenti scontri in tutto il paese, culminati nelle tragiche giornate di Genova e Reggio Emilia.
Nel 1962, durante l’VIII congresso della Dc, il segretario Aldo Moro riesce a convincere la maggioranza del partito ad aderire al progetto del centrosinistra. Nasce così un nuovo governo Fanfani, composto da Dc, Pri e Psdi, con un programma concordato con il Psi che avrebbe votato singoli progetti legislativi. In questa fase vengono realizzate riforme fondamentali come l’istituzione della scuola media unificata e la nazionalizzazione dell’industria elettrica.
Il contesto internazionale e la svolta conciliare
Superata la minaccia nucleare della crisi di Cuba, si apre una stagione di distensione internazionale caratterizzata dalle figure di Kruscev e Kennedy. Anche la Chiesa cattolica intraprende un cammino di apertura alla modernità: Giovanni XXIII pubblica due encicliche innovative e convoca il Concilio Vaticano II, avviando un confronto con realtà esterne al mondo cattolico.
Il 4 dicembre 1963 rappresenta la data storica: nasce il primo governo guidato da Aldo Moro con la partecipazione diretta dei socialisti, denominato “centrosinistra organico”. Composto da Dc, Psdi, Pri e Psi, con la vicepresidenza affidata a Nenni, è in quel momento l’unico esecutivo europeo con la presenza attiva di un partito di sinistra.
L’appuntamento televisivo
Queste pagine cruciali della storia italiana saranno rilette nella puntata de “L’Italia della Repubblica”, in onda oggi, mercoledì 5 novembre alle 21.10 su Rai Storia, con l’introduzione di Paolo Mieli.
Il programma, condotto da Michele Astori, ospiterà in studio il sociologo Franco Ferrarotti (1926-2024), deputato per il Movimento Comunità tra il 1958 e il 1963 e testimone diretto di quegli eventi. La narrazione si avvarrà dei contributi degli storici Simona Colarizi e Umberto Gentiloni, oltre a materiale d’archivio delle Teche Rai con interviste ai protagonisti dell’epoca: Amintore Fanfani, Pietro Nenni, Aldo Moro, Ugo La Malfa, Riccardo Lombardi, Eugenio Scalfari e Fiorentino Sullo.
Un’occasione per rivivere gli anni che hanno ridisegnato la geografia politica italiana, aprendo una stagione di riforme che avrebbe segnato il volto del paese nei decenni successivi.
Commenta per primo