Recensione: “501 quiz per veri amanti dei libri”, la sfida diabolica di Saro Trovato

Recensione: "501 quiz per veri amanti dei libri", la sfida diabolica di Saro TrovatoImpresa ardua quella di recensire – nel senso classico del termine – un libro come quello che mi ritrovo tra le mani. Oppure, al contrario, compito facilissimo, da assolversi sbrigativamente. Per scegliere tra le due opposte direzioni, o per infilare viuzze intermedie (sempre presenti, anche nelle più apparentemente feroci polarizzazioni), sarà meglio prima andare a indagare il pedigree dell’autore, il signor Saro Trovato.

È un sociologo esperto in comunicazione di massa.

Anche se nasconde accuratamente l’età anagrafica, lo accredito di una giovane età (indizi: uno sguardo-sfida, tipicamente giovanile, e una dimestichezza con i social media che non può non collocare il suo concepimento in piena era digitale).
È, per sua esplicita ammissione, innamorato della letteratura e si è incaponito nel compito di dare a Cesare quel che è di Cesare, ovvero: promuovere la diffusione della letteratura, dei libri, attraverso i canali digitali.

E così, nel 2012 ha fondato Libreriamo, un portale dal nome indovinatissimo e accattivante, che si occupa di letteratura e che oggi vanta un milioncino di seguaci.
Dulcis in fundo: nel 2019 Facebook e Forbes hanno inserito Trovato tra i dieci game changer italiani, per aver rivoluzionato la divulgazione della cultura attraverso i canali social. Insomma: un Che Guevara della comunicazione culturale.

Ebbene, 501 quiz per veri amanti dei libri è frutto di questa rivoluzione. E al contempo, come tutti i giochi a quiz che si rispettino, una sfida…
Un momento! Una semplice sfida? E non, piuttosto, una provocazione?

Perché, caro signor Trovato, in un’intervista rilasciata a un settimanale di grande diffusione, lei ha evidenziato che l’80% del pubblico di Libreriamo è femminile e che coloro che già amano i libri occupano solo il settimo posto dei seguaci del suo social media.

Presumo, allora, che 501 quiz eccetera … sia soprattutto rivolto al suo stimatissimo ottanta per cento di pubblico femminile e che ne vengano un po’ emarginati coloro che già amano i libri.
E allora, caro signor Trovato, come la mettiamo? Io, che faccio parte dell’ex sesso forte e sono un ottuagenario snobisticamente orgoglioso di essere considerato un divoratore compulsivo di libri, mi permetto di considerare il suo (divertentissimo, geniale) libro di quiz una vera e propria provocazione.

Mi correggo, non è che mi permetto di considerare. Semplicemente, ho vissuto il suo libro come una provocazione. Una provocazione, appunto, al mio snobismo, alla mia presunzione di saper tutto o quasi tutto per aver divorato una quantità considerevole di romanzi nella mia ormai lunga vita.
Perché i pochi, pochissimi gruppi di dieci quiz ai quali sono riuscito a tener dignitosamente testa sono quelli riguardanti i Promessi Sposi e il completamento del titolo con il nome maschile mancante. Il resto, un vero disastro. Le domande su Harry Potter e il genere fantasy, una tortura. Mi sono vergognato davanti alle domande su Shakespeare. Non parliamo, poi, di Edgard Allan Poe… E Jane Austen, che amo e che credevo di conoscere.
Se da una parte posso snobisticamente permettermi di essere orgoglioso di non conoscere la Rowling, dall’altra la mia bocciatura sulla Austen è imperdonabile.

Capisce allora, caro signor Trovato, che dai suoi diabolici 501 quiz – ho apprezzato quel vezzo della cifra non tonda – mi sono sentito provocato? E anche – glielo confesso – un po’ offeso.

Vabbè, proverò a proporre i suoi diabolici quiz ai miei commensali in una delle prossime cene tra amici. Chissà che non possa consolarmi nel vederli annaspare tra le domande su Elena Ferrante e quelle sui classici della letteratura greca e romana.

Complimenti a lei, per la formula tanto semplice quanto diabolicamente accattivante.

E grazie per avermi aiutato a scrivere una non-recensione.

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