Recensione: Cromatismi - le tonalità delle esperienze Recensione: Cromatismi - le tonalità delle esperienze

Recensione: Cromatismi – le tonalità delle esperienze

Recensione: Cromatismi - le tonalità delle esperienze Recensione: Cromatismi - le tonalità delle esperienzeCromatismi
di Luca Gamberini
Edizioni Puntoacapo

Il libro pubblicato da Puntoacapo segna un passaggio di trasformazione ed evoluzione della poesia di Luca Gamberini che abbraccia temi di ampio respiro come il dolore, la morte, l’amore. Nelle tre sezioni ‘Nero, Bianco e Rosso’ il poeta compie un percorso di esplorazione e conoscenza.

È avvenuto un cambiamento sostanziale nella scrittura di Luca Gamberini, autore di ‘Un etto d’amore (Lascio?), Ensemble, e ‘Pensa che cretino è l’amore’, Mondadori. Ovviamente per accorgersene è necessario leggere l’intera produzione poetica. Come scrive Enea Roversi nella prefazione del libro ‘Cromatismi’ edito da Puntoacapo “C’è, nella vita di ogni persona, un momento nel quale accade una svolta, in cui l’esistenza prende una direzione diversa da quella che era stata fino ad allora: ci si trova davanti a un cambiamento di rotta, più o meno radicale e bisogna scegliere se fermarsi e tornare indietro oppure andare avanti e predisporsi al mutamento che sta avvenendo”. Sicuramente molti ricorderanno il poeta di #poesiaespressa che girava l’Italia con la sua Olivetti 22 e donava poesie scritte all’impronta ai passanti e a chi ne faceva richiesta. Ora troviamo un poeta lontano da quella realtà, anche se non abbandona del tutto alcuni aspetti portanti del suo mondo espressivo. Gamberini non rinnega certo il passato, ma compie una scelta netta e decisa, c’è la voglia di rinnovarsi e di ritrovarsi nella purezza della poesia con maturità e consapevolezza. La raccolta, dedicata alla moglie Benedetta, è divisa in tre parti: Nero, Bianco e Rosso, più un breve Epilogo, per un totale di quarantanove testi. Nella prima sezione ‘Nero’, non è un caso la citazione di Pier Paolo Pasolini tratta da Petrolio, essendo l’intellettuale friulano un punto di riferimento per l’autore bolognese. Il poeta punta lo sguardo verso ciò che lo circonda, troviamo tra le pagine la pandemia che ha segnato profondamente l’umanità, creando smarrimento e solitudine: “Siamo rimasti con professori senza aule:/ non c’è più latte per ricreazione. /Solo un gioco da tavolo da rimettere nella scatola./ La morte si racconta da sola.” Vengono affrontati temi importanti e di valore universale come il dolore e la morte, non manca il riferimento a Dio, definito un “giocoso incompreso’ e reso uomo tra gli uomini, Gamberini racconta una sorta di ‘stanchezza divina’ per il male che persiste nel mondo: “Poi Dio s’è alzato, ha fatto colazione, e ha detto basta. Era piuttosto restio alla vita”. Se il colore nero evoca la morte e rappresenta la chiusura, la fine, al contrario del bianco che rappresenta la luce, l’inizio, non bisogna dimenticare le sfumature che può assumere nella scala dei grigi. Da buon fotografo l’autore sa quanto sia importante indagare più in profondità. Ad aprire la sezione ‘Bianco’ troviamo una poesia che già al primo verso apre l’anima e lo sguardo, un’osservazione sistematica della natura, che diventa guida per accedere ad una dimensione superiore: “Le nuvole sono i panni stesi di Dio./ I lunedì di fine agosto l’alba sceglie il buio,/l’afa iniziava così il viaggio verso la Luna.”. Continua il riferimento a Dio, che poi si espande in un susseguirsi di ricordi, tra l’infanzia, la scuola e i luoghi cari, l’amata Bologna, ripercorrendo “i giorni sacri di bellezza”. La raccolta si chiude nel ‘Rosso’, un colore che trasmette energia, entusiasmo, passione, coraggio. Ed è proprio l’amore a travolgere ogni luogo e a dominare ogni verso, portando il poeta a vette uniche nell’esporre emozioni. Possiamo concludere affermando quanto la poesia di Gamberini sia magmatica, incandescente, sempre in evoluzione, raggiunge dei picchi notevoli di esplorazione intuitiva e il lettore si trova spesso spiazzato dalla particolarità delle immagini, dalla bellezza e dall’essenzialità dei versi che scuotono e risvegliano i sensi e la mente. Entrare nei ‘cromatismi’ di Gamberini significa imparare ad osservare le cose non solo con gli occhi. E il nero può diventare bianco o rosso e viceversa. Sta a noi decidere quale tonalità assegnare alle nostre esperienze.

 

Biografia

Luca Gamberini, nato a Bologna il 21 aprile 1986, dove vive da sempre, lavora a Milano nella Direzione Generale di un noto Istituto di Credito. Laureato con lode in Lettere Moderne, in Italianistica e in Scienze Storiche presso l’Università di Bologna. Ha pubblicato diverse sillogi: “Un etto d’amore (Lascio?), Edizioni Ensemble 2018, “Pensa che cretino che è l’amore”, Mondadori 2021, “Cromatismi”, Puntoacapo 2022. Ideatore della performance #PoesiaEspressa, ha portato tale esperienza poetica presso Musei, Collezioni d’Arte, Fiere di Arte contemporanea e Librerie su tutto il territorio nazionale. Diversi video, interviste ed articoli di quotidiani e blog sono tuttora rintracciabili in rete. A settembre 2021 la performance è stata dichiarata ufficialmente conclusa e non più ripetibile. Nel settembre del 2020 ha partecipato con la serie di illustrazioni dal titolo “Stilemi” disegnate con la sua macchina da scrivere Olivetti Lettera 22 al Festival di Arte contemporanea “Paratissima” tenutosi a Torino. Dal maggio 2021 è ospite fisso della rassegna “Cartelloni” che si tiene a Maggio nella città di Piacenza, e diverse sue poesie sono state stampate in dimensione gigante ed affisse alla stregua di manifesto pubblicitario. Nel settembre 2021 ha inaugurato, con la collaborazione del Comune di Bologna e il patrocinio del Quartiere Navile, presso la Biblioteca Luigi Fabbri di Corticella la sua prima personale di fotografia dal titolo “L’Arte svelata”, per la cura della critica e curatrice d’arte Azzurra Immediato. Nel tempo libero si dedica al podismo, partecipando laddove possibile a gare agonistiche; è iscritto a società sportiva dilettantistica del bolognese.

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