Recensione – Mimì, i vinili e il buio: Toscanelli e l’intimità di un’assenza

Recensione - Mimì, i vinili e il buio: Toscanelli e l’intimità di un’assenza Con “Questi miei pensieri” – Tributo a Mimì, Mauro Toscanelli firma un atto teatrale lucido e personale. Un viaggio in tre tappe nella vita di Mia Martini, dove le sue canzoni diventano voci fidate, testimoni silenziose di una lotta mai vinta né persa.

Non un racconto agiografico né un concerto mascherato da omaggio. Questi miei pensieri – Tributo a Mimì, andato in scena lo scorso weekend al Teatrosophia di Roma, è teatro-canzone nella sua forma più sincera. Mauro Toscanelli, autore, regista e interprete, fa della scena un confessionale laico dove i dischi di Mia Martini – i suoi 45 giri – diventano compagni di viaggio, strumenti di sopravvivenza, voci amiche nei giorni della solitudine.

Toscanelli non racconta Mia Martini da cronista, ma da confidente. La evoca come si parla a un’amica vera, con cui si sono attraversate le tempeste. La chiama Mimì come tutti ma la sua intenzione è diversa: il diminutivo suona più come un vezzeggiativo privato che come concessione artistica. Un’amica che c’era nei momenti in cui il mondo stava fuori. E dentro restavano solo le vibrazioni della musica.

Lo spettacolo si articola in tre movimenti netti: gli esordi, il successo, il declino. Una parabola raccontata senza enfasi, intrecciando la biografia della cantante con le traiettorie intime dell’interprete. I vinili diventano voci che parlano per lui, con lui. Sembra voler dire – senza proclamarlo – che i suoi psicologi, i suoi ascoltatori più fedeli, sono stati proprio quei 45 giri. Ogni disco è un frammento di memoria, un appiglio nei giorni bui, un pezzo di identità condivisa.

In scena, Toscanelli è affiancato da due ottimi musicisti: Andrea Causapruna alla chitarra e Adriano D’Amico alla tastiera. Il loro contributo è preciso, essenziale: danno corpo sonoro al racconto in un dialogo mai invasivo, sempre calibrato. La musica non accompagna, commenta. E poi respira. Le letture – tratte dal libro Mi chiamo… di Aldo Nove – sono usate con misura, scelte con intelligenza drammaturgica, evitando la retorica e ogni tono elegiaco.

Il cuore dello spettacolo pulsa soprattutto nei non detti. Nella scelta di riscoprire anche brani meno noti – tra cui proprio Questi miei pensieri, da cui prende il titolo lo spettacolo – Toscanelli mostra una chiara volontà: mettere in luce la ricerca, la profondità e la cultura musicale di un’artista che ha sempre cantato con consapevolezza, incarnando ogni parola.

Recensione - Mimì, i vinili e il buio: Toscanelli e l’intimità di un’assenzaA trent’anni esatti dalla scomparsa di Mia Martini – 12 maggio 1995 – Questi miei pensieri è anche un atto di restituzione. Toscanelli non cerca la commozione facile, non alza la voce: chiede ascolto. Il suo sguardo è fermo, quasi un rimprovero. A noi, al pubblico, alla memoria collettiva che ha lasciato sedimentare la calunnia: quella condanna assurda e crudele, l’etichetta infamante di portare jella, che ha pesato più di ogni sconfitta. In scena, Mimì rivive. Con corpo, voce, anima. Toscanelli la strappa all’oblio e la pone al centro di un palco che le aveva voltato le spalle. E in quel silenzio tra una parola e una nota, la sua assenza esplode più forte di ogni applauso.

QUESTI MIEI PENSIERI

Tributo a Mimì

Le letture sono tratte dal libro Mi chiamo… di Aldo Nove, Skira editore, 2013

Regia: Mauro Toscanelli

con:

Mauro Toscanelli

Chitarre e percussioni: Andrea Causapruna

Tastiere e percussioni: Andrea D’Amico

Disegno luci: Gloria Mancuso

Produzione: Melanchòlia Teatro Aps

Foto di Grazia Menna 

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