La pittrice dello scandalo

Artemisia Lomi Gentileschi nacque a Roma l’8 luglio 1593 da Orazio e Prudenzia di Ottaviano Montoni, primogenita di sei fratelli. Orazio Lomi Gentileschi era un pittore, nativo di Pisa, dagli iniziali stilemi tardo-manieristi che, stando al critico Roberto Longhi, prima di trasferirsi a Roma «[…] non dipingeva, ma lavorava semplicemente di pratica, a fresco» (Longhi). Fu solo dopo l’approdo nell’Urbe che la sua pittura raggiunse il suo massimo valore espressivo, risentendo grandiosamente delle innovazioni del contemporaneo Caravaggio, dal quale derivò l’abitudine di adottare modelli reali, senza idealizzarli od edulcorarli e, anzi, trasfigurandoli in una potente quanto realistica drammaticità.
Roma era in quel momento un grande centro artistico e la sua atmosfera satura di cultura e di arte costituiva un ambiente unico in Europa. La Riforma Cattolica, in effetti, costituì per l’Urbe un’eccezionale spinta propulsiva e portò al restauro di numerose chiese – e, dunque, a un sostanziale incremento di committenze che coinvolse tutte le maestranze impegnate in quei cantieri – e a svariati interventi urbanistici, i quali sovrapposero all’antica e angusta città medievale una nuova maglia funzionale di strade scandite da immense piazze e delineate da sfarzose residenze gentilizie. Roma era molto fervente anche dal punto di vista sociale: nonostante l’alta densità di mendicanti, prostitute e ladri, in città affluivano i pellegrini (con l’evidente intento di rafforzare la propria fede visitando i vari luoghi sacri) e di artisti, di cui molti fiorentini (durante il ‘500, infatti, ben due rampolli della famiglia dei Medici ascesero al soglio pontificio).
Commenta per primo