La cinematografia italiana antisemita

Ufficialmente nessuna enciclopedia o storia del cinema italiano riporta l’esistenza di film, documentari, cortometraggi animati e cinegiornali dell’Istituto Luce di contenuto antisemita. “L’arma più forte” non fu quindi usata dal regime fascista contro gli ebrei a differenza di quanto fece la propaganda nazista di Goebbels? In realtà, una cinematografia antisemita ufficiosa e mai ufficiale ci fu e dopo 80 anni è ora possibile definire quali siano state queste opere tra film di finzione, documentari e cinegiornali sulla base della ricerca compiuta dall’autore e ricercatore Luca Martera.
Con l’aiuto della narratrice Carla Oppo, nello speciale “Brutto, sporco e col naso adunco. Cinematografia italiana antisemita (1910 – 1943)” – in onda mercoledì 28 maggio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia – si analizzano personaggi, battute e situazioni in cui già erano presenti “in nuce” luoghi, pregiudizi e stereotipi sugli ebrei che riflettevano il tradizionale antigiudaismo di matrice cattolica e l’antisemitismo politico di destra e sinistra nell’Italia liberale. Con l’introduzione del sonoro nel cinema all’inizio degli anni ‘30, Mussolini ne capisce l’importanza ai fini della propaganda e tramite il genero Galeazzo Ciano e il gerarca Luigi Freddi ne indirizza le finalità nei cinegiornali e nei film, realizzati prima, durante e dopo le leggi razziali del 1938 fino alla caduta del fascismo da un rilevante numero di affermati intellettuali fedeli al regime, tra giornalisti, scrittori, registi e documentaristi. Nel 1934 uscì in Italia il film La Signora Paradiso di Guazzoni, tratto da una commedia di Guido Cantini. Apparentemente solo un drammone: solo che il vecchio protagonista del film è ebreo; è robivecchi, ma anche banchiere; è avaro, subdolo e fa di tutto per controllare e rovinare le vite degli altri. A raccontare chi furono questi autori e quali furono queste loro opere di contenuto antisemita saranno, oltre allo stesso autore della ricerca, lo storico della Shoah Amedeo Osti Guerrazzi.
Con l’aiuto della narratrice Carla Oppo, nello speciale “Brutto, sporco e col naso adunco. Cinematografia italiana antisemita (1910 – 1943)” – in onda mercoledì 28 maggio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia – si analizzano personaggi, battute e situazioni in cui già erano presenti “in nuce” luoghi, pregiudizi e stereotipi sugli ebrei che riflettevano il tradizionale antigiudaismo di matrice cattolica e l’antisemitismo politico di destra e sinistra nell’Italia liberale. Con l’introduzione del sonoro nel cinema all’inizio degli anni ‘30, Mussolini ne capisce l’importanza ai fini della propaganda e tramite il genero Galeazzo Ciano e il gerarca Luigi Freddi ne indirizza le finalità nei cinegiornali e nei film, realizzati prima, durante e dopo le leggi razziali del 1938 fino alla caduta del fascismo da un rilevante numero di affermati intellettuali fedeli al regime, tra giornalisti, scrittori, registi e documentaristi. Nel 1934 uscì in Italia il film La Signora Paradiso di Guazzoni, tratto da una commedia di Guido Cantini. Apparentemente solo un drammone: solo che il vecchio protagonista del film è ebreo; è robivecchi, ma anche banchiere; è avaro, subdolo e fa di tutto per controllare e rovinare le vite degli altri. A raccontare chi furono questi autori e quali furono queste loro opere di contenuto antisemita saranno, oltre allo stesso autore della ricerca, lo storico della Shoah Amedeo Osti Guerrazzi.
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