Il Vesuvio dorme ma è considerato uno dei vulcani più a rischio del pianeta. L’ultima eruzione risale ormai a 81 anni fa. Era il 1944 e le truppe alleate erano da poco sbarcate in Italia. Un’eruzione ben documentata che, pur considerata modesta, ha sprigionato 21 milioni di metri cubi di lava, ha distrutto numerosi centri abitati e ha prodotto ceneri che sono arrivate fino in Albania. Ne parla Mario Tozzi in “
Sapiens – Un solo pianeta”, in onda venerdì 13 giugno alle 21.15 su Rai 5. Ogni volta, quando la lava si ferma, l’eruzione viene magicamente dimenticata. E il Vesuvio torna ad essere solo una montagna. Nella zona rossa del Vesuvio vivono circa 700 mila persone, mentre in quella vicina dei Campi Flegrei 500 mila, 800 mila se allarghiamo lo sguardo anche alla zona gialla. I Campi Flegrei con i loro frequenti terremoti e altri vulcani italiani attivi ci ricordano che l’Italia è un territorio vulcanico a rischio elevatissimo, un rischio che dovrebbe essere mitigato non solo con attività di studio, all’avanguardia nel nostro Paese, ma anche con una maggiore consapevolezza culturale.
Il Vesuvio è uno stratovulcano situato in Italia, in posizione dominante rispetto al golfo di Napoli, in Campania. La sua forma attuale è il risultato della fusione con un vulcano più antico, il Monte Somma: il cono si è sviluppato all’interno della caldera formatasi dal crollo della parte superiore del Somma a causa di potenti eruzioni esplosive, tra cui spicca quella del 79 d.C.
È uno dei due vulcani, attivi dell’Europa continentale (più precisamente è definito quiescente, risalendo l’ultima eruzione a 81 anni fa) nonché uno dei più studiati e pericolosi al mondo a causa dell’elevata popolazione, delle zone circostanti e delle sue caratteristiche esplosive. L’area vesuviana, presenta infatti un’alta densità di popolazione e il numero dei residenti potenzialmente in pericolo si aggira intorno a 700000.
Appuntamento assolutamente imperdibile.
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