La strage dimenticata

La vicenda di Mario D’Aleo è quella di tanti servitori dello Stato, in un territorio, quello di Monreale, per anni cuore pulsante della mafia corleonese. Il Capitano era stato chiamato a sostituire Emanuele Basile, ucciso il 4 maggio 1980 durante una processione, mentre sfilava tra la gente, con la figlia in braccio. La morte di Basile, strettissimo collaboratore di Paolo Borsellino, rientrava nella strategia del terrore che il boss Salvatore Riina stava mettendo in atto in quegli anni. D’Aleo si mise in luce per combattere il malaffare della zona di Monreale e San Giuseppe Jato, e diede la caccia ai latitanti che in quel territorio si erano nascosti. In uno dei suoi appostamenti, D’Aleo individuò Riina in auto col giovane Giovanni Brusca, e da quel momento gli diede la caccia. A raccontare la storia di D’Aleo, Bommarito, Morici e di tutta la compagnia di Monreale, a partire da Emanuele Basile, sono il giornalista Nicola Lombardozzi, l’ex carabiniere Bartolomeo Ferrante, il Generale Tito Baldo Honorati, e Francesca Bommarito, sorella di Giuseppe.
Recentemente il cappellano militare Don Salvatore Falzone, ha officiato un momento di raccoglimento e preghiera per le tre vittime della mafia benedicendo la targa che ricorda il triste evento. Il generale Spina sul finire della manifestazione, è intervenuto ricordando gli eroi caduti par mano mafiosa il 13 giugno del 1983, capitano D’Aleo, appuntato Bommarito e carabiniere Morici.
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