Un viaggio da nord a sud da Torino a Palermo
Qualunque amministratore pubblico conosce il problema: con lo sviluppo di un’economia globale, la trasformazione delle città è diventata sempre più “centripeta”, ossia tende a valorizzare il centro a discapito delle periferie – e non sempre il fulcro cittadino è il centro storico, perché le metropoli allargandosi creano anche nuovi centri direzionali (aree commerciali sorte su insediamenti ex industriali, snodi della mobilità, aree bonificate ecc.) all’insegna della modernità, dell’IT e della commistione tra servizi per lo shopping e per l’intrattenimento.
Quello che rimane ai margini, in questo processo, sono le funzioni abitative: dove abitano i residenti delle aree urbane? Come si distribuiscono? Come co-abitano e come usano le infrastrutture i vari gruppi sociali? Esiste ancora una qualità di vita di/in periferia nelle città globali uniformate? Esistono politiche urbane per la residenzialità?
Il mutamento ha investito violentemente le grandi città, negli ultimi decenni, con processi di “invasione” e di “sostituzione” sociale (questi termini, come venivano usati dalla scuola dell’Ecologia urbana di Chicago negli anni ’20 del Novecento, non avevano nulla di ideologico). A dettare le scelte abitative non è solo il mercato immobiliare, ma anche i trend demografici, che hanno creato l’alternanza tra le vecchie e le nuove generazioni urbane.
Appuntamento da non perdere.
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