Un viaggio nella condizione femminile italiana degli anni Settanta
Stasera alle 21.10 su Rai Storia va in onda “Storie di donne”. Si tratta di un’inchiesta straordinaria trasmessa per la prima volta nel 1971. Inoltre, il programma offre uno spaccato autentico della condizione femminile italiana.
L’appuntamento è con “RAInchieste”, il programma di Rai Cultura condotto da Giorgio Zanchini. Infatti, la trasmissione presenta in prima visione questa testimonianza storica fondamentale.
L’opera pionieristica di Graziella Civiletti
La giornalista e scrittrice Graziella Civiletti firmò questa raccolta di testimonianze. Inoltre, la regia fu affidata a Vincenzo Gamna per un risultato di grande impatto. Il programma andò in onda originariamente in cinque puntate sulla Rai.
Civiletti sosteneva che “la realtà parla da sola”. Pertanto, scelse di lasciare la parola direttamente alle protagoniste. Le donne intervistate raccontarono le loro storie senza intermediari o filtri.
Voci autentiche senza mediazioni
Non ci sono dibattiti o commenti a corredo delle interviste. Infatti, professioniste, casalinghe, madri e figlie tessono da sole il racconto. Inoltre, queste testimonianze creano un ritratto fedele dell’Italia degli anni Settanta.
Le protagoniste furono raggiunte in tutto il Paese dalla troupe televisiva. Tuttavia, accettarono di raccontarsi davanti alle telecamere con grande coraggio. Il risultato è una polifonia di voci femminili di straordinaria autenticità.
Un’Italia a due velocità
Dal coro di testimonianze emerge l’immagine di un paese in trasformazione. Tuttavia, si tratta di un’Italia che procede ancora a due velocità diverse.
Le città: laboratori di cambiamento
Da una parte si trovano le città con le fabbriche e le università. Inoltre, nelle piazze nascono i primi movimenti femministi. Qui le donne iniziano a rivendicare libertà di autodeterminazione e pari dignità.
Le aree rurali: resistenze patriarcali
Dall’altra parte persistono le aree rurali dove il tempo scorre lentamente. Infatti, le dinamiche patriarcali resistono tenacemente al cambiamento. Inoltre, le tradizioni limitano ancora l’emancipazione femminile.
Sacrifici, ribellioni e rassegnazione
Nonostante queste contraddizioni, si stava aprendo una stagione di trasformazioni. Civiletti ne dà conto lasciando parlare direttamente le donne. Inoltre, emergono i loro sacrifici per la maternità o la carriera.
Le testimonianze raccontano atti di ribellione ma anche momenti di rassegnazione. Tuttavia, tutte contribuiscono a delineare un quadro complesso e realistico.
L’anticipazione della “stagione delle riforme”
“Storie di donne” anticipa di pochi anni la grande stagione delle riforme. Infatti, l’Italia repubblicana stava per vivere trasformazioni legislative fondamentali. Inoltre, queste leggi avrebbero inciso profondamente sulla vita delle donne.
Le conquiste del 1971
Fra le più importanti, le leggi del 1971 sulla tutela della maternità. Infatti, venne esteso il congedo obbligatorio e introdotto un periodo retribuito facoltativo. Inoltre, fu istituita la legge per la creazione degli asili nido.
Questi provvedimenti puntavano a favorire l’occupazione femminile. Tuttavia, l’obiettivo era non relegare le madri esclusivamente al lavoro domestico.
La riforma del diritto di famiglia
Nel 1975 la riforma del diritto di famiglia rappresentò un passaggio cruciale. Infatti, si mosse verso la parità di genere superando i retaggi patriarcali. Inoltre, almeno sulla carta, si abbandonò la struttura familiare gerarchica.
Dello stesso anno è l’istituzione per legge dei consultori familiari. Infatti, questi centri dovevano sostenere le famiglie e aiutare le donne. Inoltre, nel 1977 arrivò la legge sulla parità di trattamento lavorativo.
L’appuntamento con “Storie di donne” è stasera alle 21.10 su Rai Storia. Un’occasione unica per riscoprire le radici dell’emancipazione femminile italiana.
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