L’impresa che rivoluzionò il commercio mondiale nel 1914. Appuntamento giovedì 6 novembre alle 22.10 con Giorgio Zanchini e lo storico Daniele Fiorentino.
Un’opera che cambiò il mondo
Nel 1914 venne inaugurato il Canale di Panama, un’infrastruttura che modificò per sempre le rotte commerciali globali. Il collegamento tra l’oceano Atlantico e quello Pacifico eliminò infatti la necessità di circumnavigare Capo Horn.
Questa via d’acqua artificiale rappresentò dunque una svolta epocale per il commercio mondiale. Le navi potevano finalmente attraversare l’istmo centroamericano risparmiando migliaia di chilometri. Tuttavia, dietro il successo tecnico si nasconde una storia complessa e dolorosa.
Dal fallimento francese al trionfo americano
Il progetto del canale non nacque con gli Stati Uniti. Inizialmente furono infatti i francesi a tentare l’impresa, ma il loro sforzo si concluse con un fallimento. Successivamente, gli americani ripresero i lavori portandoli a compimento.
Il successo tecnico statunitense fece quindi dimenticare il precedente insuccesso francese. Inoltre, l’impresa americana oscurò un aspetto fondamentale della vicenda. Migliaia di lavoratori pagarono infatti un prezzo altissimo per la realizzazione dell’opera.
Il costo umano di un’impresa titanica
Le condizioni di lavoro erano disumane. I lavoratori affrontavano quotidianamente pericoli mortali e malattie tropicali. Inoltre, il cantiere era caratterizzato da un sistema profondamente segregazionista.
La discriminazione razziale permeava ogni aspetto della vita lavorativa. I diritti degli operai venivano sistematicamente calpestati. Pertanto, dietro l’orgoglio dell’ingegneria si celava una realtà di sfruttamento e sofferenza.
Questo lato oscuro della storia venne a lungo ignorato. La narrazione ufficiale preferì celebrare solo il trionfo tecnologico. Tuttavia, oggi è necessario ricordare anche chi pagò con la vita questa impresa.
L’approfondimento con Daniele Fiorentino
Per comprendere la portata storica di questo evento, Giorgio Zanchini conduce un’analisi approfondita. In studio lo accompagna lo storico Daniele Fiorentino, esperto di storia americana. L’appuntamento è con “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”.
Il programma ricostruisce quindi gli eventi che portarono alla costruzione del canale. Inoltre, dà voce alle storie dimenticate dei lavoratori. La trasmissione contestualizza l’opera nel più ampio panorama geopolitico dell’epoca.
Un racconto tra progresso e ingiustizia
Il Canale di Panama rappresenta un paradosso della storia moderna. Da un lato simboleggia il progresso tecnologico e l’audacia umana. Dall’altro testimonia lo sfruttamento e le disuguaglianze del primo Novecento.
La sua realizzazione modificò infatti gli equilibri economici mondiali. Gli Stati Uniti consolidarono la loro influenza sul continente americano. Tuttavia, questo risultato fu raggiunto attraverso pratiche che oggi definiremmo inaccettabili.
Pertanto, raccontare la storia del canale significa affrontare tutte le sue sfaccettature. Il programma di Rai Storia offre questa prospettiva equilibrata e documentata.
La puntata di stasera promette quindi un viaggio nella storia che va oltre le celebrazioni ufficiali. Un’occasione per riflettere su come il progresso possa convivere con l’ingiustizia.
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