IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984
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IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO – Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984

È il 10 febbraio 1984.
Lo scenario distopico dipinto a suo tempo da George Orwell per l’anno in questione, per fortuna, non si è concretizzato. In compenso, l’Italia sta cambiando a ritmi vertiginosi. Archiviati per sempre gli anni Settanta, piombati con tutte le scarpe nell’età disimpegnata del riflusso e del ritorno al privato, è proprio cavallo tra 1983 e 1984 che iniziano ufficialmente gli anni Ottanta, cioè quello che rappresentano ancora oggi nell’immaginario collettivo: l’edonismo, l’ostentato disimpegno, l’arricchimento facile, l’individualismo sfrenato, la televisione onnipresente.

In Italia il passaggio si concretizza nella più paradossale delle maniere, andandosi ad identificare con Bettino Craxi, vale a dire il primo presidente del consiglio socialista della storia della repubblica. E se gli anni Ottanta italiani saranno anche, e soprattutto, craxismo, in quel freddissimo febbraio dell’84 siamo ancora all’alba della nuova epoca. E come in tutte le albe che si rispettino, sul sorgere del sole si mescolano echi della notte morente e rumori del giorno venturo. Lungi dall’essere il sol dell’avvenire, nelle stanze della politica, versante sinistro, volano stracci destinati, sul lungo termine, a fare molto male. Malissimo.
Berlinguer e il PCI al completo accusano Craxi di essere il grande traditore, il nuovo duce, colui che in cambio di un piatto di lenticchie ha svenduto l’anima della sinistra mandando in soffitta ogni ideale. In tutta risposta, il neo presidente del consiglio, in nome delle nuove parole d’ordine, “governabilità” e “risanamento”, proprio in quel febbraio congela di colpo quattro punti della scala mobile. PCI e CGIL insorgono e convocano un’imponente manifestazione contro il nuovo tiranno. Nonostante la spaccatura dei sindacati (CISL e UIL, nonché l’ala minoritaria della CGIL, appoggiano a sorpresa il governo) è la più imponente, almeno in termini numerici, manifestazione della storia. Ma gli anni dell’ideologia e della contestazione sono finiti da un pezzo, e l’adunata oceanica non ha praticamente seguito.

Il Referendum promosso dal PCI si risolverà in una clamorosa sconfitta e gli anni Ottanta potranno cominciare davvero.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984La top ten del 10 febbraio in realtà, a tutto questo c’è già arrivata. Nel senso che abbondano pezzi ballabili e spensierati, colonne sonore delle nuove, lunghissime notti in discoteca, accecati dalle paillettes e dalle luci stroboscopiche. Chi se li ricorda più, i ritorni a casa a mezzanotte ai tempi dell’austerity?

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984Così, ecco apparire in seconda posizione una specie di gigantesco manifesto delle notti sfrenate e della nuova dolce vita all’insegna del divertimento e della frivolezza: All Night Long di Lionel Richie (https://www.youtube.com/watch?v=nqAvFx3NxUM). A fare la differenza per il successo di un brano, nel nuovo mondo appena cominciato, sono ormai anche (soprattutto?) i videoclip. E quello di All Night Long è una sorta di manuale di colori e posture anni Ottanta.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984A rincarare la dose, la terza piazza del podio, dove troviamo un brano talmente iconico da poter essere inserito in una ideale soundtrack dell’intero decennio, vale a dire la leggendaria What a Feeling di Irene Cara, direttamente da Flashdance (https://www.youtube.com/watch?v=miax0Jpe5mA). Un brano talmente irresistibile che basta sentire l’attacco e subito viene voglia, come minimo, di sostenere un provino di danza moderna (Nanni Moretti docet).

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984Se il messaggio non fosse sufficientemente chiaro, basta spostarsi in settima posizione, dove troviamo un altro pezzo trascinante, leggero e ballabilissimo. Il pop dance, altrettanto irresistibile, dei Culture Club di Boy George, quella Karma Chameleon che, a proposito dell’importanza dei videoclip, è uno dei primissimi esempi di canzone trasformata in mini film (https://www.youtube.com/watch?v=JmcA9LIIXWw).

Ma a nostro avviso ancor più emblematica è la canzone che troviamo subito dopo i Culture Club, in ottava posizione: la celebre Paris Latino dei francesi Bandolero, un brano capace di scalare le vette delle classifiche di mezzo mondo, imporsi come soundtrack in tutti i film “giovanilistici” del decennio (a partire da Vacanze di Natale) e inamovibile in tutte le scalette discotecare del sabato sera. Capace di tutto questo in quanto quintessenza della superficialità, ritmo campionato, parole vuote e melodia che afferra il cervello per non lasciarlo più. In altre parole, più anni Ottanta degli anni Ottanta.

Del resto, se dovessimo stilare una lista di romanzi particolarmente rappresentativi del decennio, sicuramente includeremmo L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera.

Perché davvero niente, paradossalmente, può risultare più pesante e opprimente di questo tipo di leggerezza, talmente inconsistente da essere il peggiore dei fardelli.

Al punto che di leggerezza, quella vera, quella che sul serio ci stacca da terra perché è dalla terra, dalle viscere, dalla realtà anche scomoda e dolorosa che è stata generata, ce n’è disperato bisogno. Come e più dell’aria.

E ce n’è bisogno anche e soprattutto in quello strano 10 febbraio 1984. Al punto che in prima posizione, troviamo un brano che non è una canzone, ma un soffio, una piuma, un fiore soffiato via che, benché fragilissimo e quasi invisibile, resta rappreso nell’aria, come un sogno splendido e doloroso che non vuol saperne di abbandonarci.

La donna cannone, di Francesco De Gregori (https://www.youtube.com/watch?v=MVcaHiCnR-w).

Alle nostre mani smaniose d’amore, ai brividi attesi, ai voli che senz’altro meritiamo.

E anche al nostro dolore. Poiché solo chi ha il coraggio di vivere il dolore può capire quanto sia prezioso un attimo di pura felicità…

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 10 febbraio 1984E con le mani amore, per le mani ti prenderò…

E senza dire parole nel mio cuore ti porterò…

E non avrò paura se non sarò bella come dici tu…

Ma voleremo in cielo in carne e ossa, non torneremo più…

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