A partire dalla storia di Alfredino Rampi

La voce narrante di Fabrizio Gifuni racconta ciò che i media costruirono attorno all’evento: una favola a lieto fine mancato, un racconto di cronaca che si trasformò in spettacolo, inseguendo la realtà fino a perderne il senso umano. Attraverso le immagini di repertorio e le testimonianze di giornalisti (come Piero Badaloni, Pierluigi Camilli, Andrea Melodia, Massimo Lugli), ex soccorritori, psicologi, testimoni e artisti, il film analizza come quel trauma collettivo abbia plasmato la coscienza del nostro Paese e ne abbia influenzato la cultura.
“La TV nel pozzo” mescola, infatti, le lingue delle molteplici rielaborazioni che i media hanno prodotto a partire dalla storia di Vermicino, televisive innanzitutto, ma anche letterarie, musicali, poetiche: romanzi e canzoni e serie tv, ma anche graphic novel e murales dipinti sui palazzi di Roma. Tra gli intervistati compaiono figure come Francesco Bianconi (Baustelle), Giuseppe Genna, Marco Pontecorvo e i presidenti onorari della Onlus Alfredo Rampi, Daniele Biondo e Rita Di Iorio.
Il punto di vista si ribalta: l’obiettivo è puntato sui media, che hanno preteso di raccontare la storia di Alfredino venendo travolti dall’evento insieme a milioni di telespettatori.
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