“La TV nel pozzo”, il racconto del dolore in diretta

A partire dalla storia di Alfredino Rampi

(none)
La drammatica vicenda di Alfredino Rampi, il bambino di sei anni caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, alle porte di Roma, il 10 giugno 1981. Per tre giorni l’Italia intera rimase incollata ai televisori, sperando in un salvataggio che non arrivò mai. La diretta di 18 ore, seguita da oltre 21 milioni di spettatori, rappresentò una svolta epocale nel modo di fare informazione, segnando la nascita di quella che è stata poi definita come “tv del dolore”. Una vicenda da cui prende il via il documentario di Andrea Porporati – prodotto da Rai Documentari e KON-Tiki Film in collaborazione con Rai Teche – “La TV nel pozzo”, in onda venerdì 13 giugno alle 21.20 su Rai 2.
La voce narrante di Fabrizio Gifuni racconta ciò che i media costruirono attorno all’evento: una favola a lieto fine mancato, un racconto di cronaca che si trasformò in spettacolo, inseguendo la realtà fino a perderne il senso umano. Attraverso le immagini di repertorio e le testimonianze di giornalisti (come Piero Badaloni, Pierluigi Camilli, Andrea Melodia, Massimo Lugli), ex soccorritori, psicologi, testimoni e artisti, il film analizza come quel trauma collettivo abbia plasmato la coscienza del nostro Paese e ne abbia influenzato la cultura.
“La TV nel pozzo” mescola, infatti, le lingue delle molteplici rielaborazioni che i media hanno prodotto a partire dalla storia di Vermicino, televisive innanzitutto, ma anche letterarie, musicali, poetiche: romanzi e canzoni e serie tv, ma anche graphic novel e murales dipinti sui palazzi di Roma. Tra gli intervistati compaiono figure come Francesco Bianconi (Baustelle), Giuseppe Genna, Marco Pontecorvo e i presidenti onorari della Onlus Alfredo Rampi, Daniele Biondo e Rita Di Iorio.
Il punto di vista si ribalta: l’obiettivo è puntato sui media, che hanno preteso di raccontare la storia di Alfredino venendo travolti dall’evento insieme a milioni di telespettatori.

Autore

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*