Stasera domenica 7 settembre, Rai Storia propone un capolavoro del cinema italiano. “Le mani sulla città” va in onda alle 21.10. Il film di Francesco Rosi fa parte del ciclo “Binario cinema”.
Un film che denuncia la speculazione edilizia
Il capolavoro di Francesco Rosi affronta un tema ancora attuale. La pellicola racconta la speculazione edilizia nella Napoli degli anni ’60. Il regista napoletano firma uno dei suoi lavori più impegnati socialmente.
“Le mani sulla città” rappresenta un esempio di cinema civile italiano. Il film denuncia le connivenze tra politica e costruzioni edilizie. Inoltre, mostra come gli interessi privati possano prevalere sul bene comune.
La Napoli degli anni ’60 teatro di intrighi
La storia si svolge a Napoli all’inizio degli anni Sessanta. La città vive un periodo di forte espansione urbanistica. Tuttavia, questa crescita nasconde spesso pratiche poco pulite e speculazioni dannose.
Il contesto storico è quello del boom economico italiano. Molte città crescono rapidamente senza una pianificazione adeguata. Napoli non fa eccezione, diventando terreno fertile per affari poco trasparenti.
Il protagonista senza scrupoli
Al centro della storia c’è un costruttore senza principi morali. Il personaggio ricopre anche la carica di consigliere comunale della maggioranza. Questa doppia veste gli permette di influenzare le decisioni urbanistiche.
L’uomo si prepara a speculare sul nuovo piano di espansione cittadina. I suoi progetti uniscono interessi politici e imprenditoriali in modo spregiudicato. Tuttavia, un evento imprevisto rischia di compromettere tutto.
Il crollo che cambia tutto
Un palazzo crolla vicino a uno dei suoi cantieri. Questo incidente mette in pericolo i suoi piani ambiziosi. Il crollo rappresenta non solo un problema tecnico ma anche politico.
Infatti, l’evento rischia di mandare a monte i suoi progetti. Le autorità potrebbero indagare sui metodi di costruzione utilizzati. Inoltre, l’opinione pubblica potrebbe reagire negativamente agli scandali edilizi.
Francesco Rosi e il cinema di denuncia
Il regista Francesco Rosi è stato maestro del cinema civile italiano. Le sue opere hanno sempre affrontato temi sociali e politici delicati. “Le mani sulla città” rappresenta uno dei suoi lavori più significativi.
Rosi utilizza uno stile documentaristico per raccontare la storia. Il cinema italiano degli anni ’60 trova in lui un interprete attento. La sua regia mescola finzione e realtà in modo magistrale.
Un cast di interpreti eccellenti
Nel cast figura Rod Steiger nel ruolo del costruttore protagonista. L’attore americano offre una performance intensa e credibile. La sua interpretazione conferisce spessore al personaggio del corrotto imprenditore.
Inoltre, partecipano Salvo Randone, Guido Alberti e Carlo Fermariello. Questi attori italiani completano un cast di alto livello. Ognuno contribuisce a creare un ritratto realistico della società napoletana dell’epoca.
L’attualità di un messaggio senza tempo
Il film mantiene una straordinaria attualità nonostante siano passati decenni. I temi della corruzione e della speculazione edilizia restano purtroppo attuali. Le dinamiche tra potere politico ed economico continuano a interessare la cronaca.
“Le mani sulla città” funziona ancora oggi come monito sociale. L’opera di Rosi invita a riflettere sui meccanismi del potere. Inoltre, sollecita una maggiore attenzione verso il bene comune.
Un appuntamento con il grande cinema civile
Il film rappresenta un esempio di cinema impegnato e di qualità. La programmazione di Rai Storia valorizza questo patrimonio cinematografico. L’appuntamento è stasera alle 21.10 per tutti gli appassionati di cinema d’autore.
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