Architetto, designer, pittore, scultore e scrittore: tutto questo è Gio Ponti, protagonista di “I tre architetti”, in onda martedì 15 febbraio alle 19.20 su Rai5. Nel celebre editoriale del 1928 di Gio Ponti su “Domus” (la rivista da lui fondata) dal titolo “La casa all’italiana”, l’architetto scrive quello che può essere considerato il manifesto del suo pensiero. Per Gio Ponti “arte, architettura, design si devono fondere per creare un ambiente che sia in grado di offrire non tanto il comfort inteso nella sua meccanica applicazione di standard dimensionali, che garantiscano il minimo spazio vitale, quanto invece il conforto necessario a nutrire anche l’anima dell’uomo moderno, così come insegna la tradizione classica italiana”. Gio Ponti non fu soltanto creatore di case e di oggetti, ma fu un “hommes de lettres”. E diventò perciò un pilastro fondamentale nel dibattito architettonico e un ponte tra la tradizione e la modernità, tra il design e l’architettura, tre la produzione industriale e l’artigianalità. Il motto di Gio Ponti era: “Tradizione è fare cose nuove bene come cinquecento anni fa” e lo faceva guardando alla contemporaneità e al futuro, progettando e creando un mondo che cominciava da un cucchiaio e si estendeva fino al grattacielo. Il documentario ripercorre, con le parole dello storico dell’architettura Fulvio Irace, dello scrittore e designer Stefano Casciani, di Salvatore Licitra, nipote e responsabile di Gio Ponti Archives, di alcuni importanti architetti italiani, la sua attività, i suoi progetti e le sue realizzazioni. Dalle “case tipiche”, costruite soprattutto a Milano, agli edifici Montedoria e Montecatini, ai Grandi Magazzini Bijenkorf di Eindhoven, alle ville a Caracas, alle sue infinite creazioni dovute alla sua fervida attività nel campo del design e dei rapporti con l’industria. Fino al capolavoro nella sua Milano, il grattacielo Pirelli, edificio che cambiò la scena e lo skyline della Milano del dopoguerra.
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