Il commissario e l’Amor sacro, di Doron Velt (Giovane Holden Edizioni) è un noir che sorprende, in particolare per la storia che non rispetta i canoni tipici del genere. Già osservando la copertina si capisce che non ci troviamo di fronte al solito romanzo nero: il volto della ragazza ritratta in primo piano, con i suoi occhi verdi e i capelli sottili, comunica bellezza e calma angelica, pur lasciando intendere qualcosa di non detto, di misterioso.
Protagonista è il milanese Bruno Delano, un commissario di polizia riservato e perspicace, con la passione di scrivere in rete racconti fantastici e saggi che ruotano intorno a vari argomenti, anche esoterici. Dopo la pubblicazione di un saggio sul triskell – emblema celtico che racchiude un grande valore simbolico – viene contattato da Eugenia Horvat attraverso una mail. È un incontro fatale che fa scattare subito una grande intesa seguita da un Amore puro, delicato, basato sul rispetto e l’ammirazione reciproca. Eugenia è una donna dotata di capacità straordinarie di chiaroveggenza, e, come una sorta di Beatrice dantesca, assume il ruolo di guida spirituale e sovrannaturale del commissario. L’amore tra i protagonisti diventa una forza sacra, capace di sfidare le convenzioni sociali (Eugenia è una donna sposata) e di aprire la strada a una verità più profonda.
Infatti, Eugenia aiuta l’inappuntabile Delano ad affacciarsi – non solo metaforicamente – oltre il mondo reale, fornendogli gli strumenti per risolvere crimini in apparenza impossibili, alcuni avvenuti in anni passati e in famiglie del tutto insospettabili, per motivi dimenticati anche dagli stessi personaggi che li hanno compiuti.
In fondo anche il crimine sa essere opaco, ordinario, ripetitivo. Forse proprio allora è più lontano da ogni possibilità di redenzione. Forse è questo il piano di Satana per regnare più a lungo sulla terra, scrive infatti Doron Velt in una delle prime pagine del libro, e capiamo subito che il commissario Delano non si limita a risolvere i casi, ma si interroga sul perché, ed è coinvolto nell’eterna lotta del Bene contro il Male, di Satana (nel testo chiamato l’Avversario e protagonista assoluto del capitolo 12, La Casa Azzurra) contro gli Angeli. Il commissario ed Eugenia indagano sui colpevoli non tanto per consegnarli alla giustizia che comunque fa il suo corso, quanto per cercare la Verità, unica possibilità di salvezza dalle forze oscure e malvagie che abitano l’uomo, nonostante sia essa stessa a volte ambigua, scomoda e difficile da accettare.
In altre parole, le indagini di Delano, guidate dalle visioni dell’eterea Eugenia, invitano chi legge a riflettere sulle motivazioni umane, sui meccanismi che ci portano a scegliere di agire nella luce o nella tenebra.
Caratteristica del romanzo è quella di essere strutturato in capitoli auto-conclusivi – come racconti brevi – che possono essere letti, una volta entrati nel meccanismo della storia, non necessariamente in ordine. Alcuni sono in prima persona (uno di questi ha una base autobiografica), altri in terza; eppure, l’autore è molto abile a sostenere tutto il romanzo con la stessa voce cristallina, senza alterare una lettura che risulta estremamente scorrevole, nonostante la complessità dei temi trattati.
In questo suo romanzo di esordio, Doron Velt dimostra un’ottima padronanza linguistica che si esprime attraverso una scrittura paratattica, essenziale, pur dotata di grande capacità espressiva, unita a un’evidente e approfondita conoscenza degli argomenti a sfondo esoterico che animano la storia.
Il romanzo d’esordio di Doron Velt è un libro originale, fuori dagli schemi, i cui personaggi principali sono ammantati da una rara umanità e sensibilità. Il male che viene descritto è in certi casi quasi inenarrabile, ma è proprio la bellezza spirituale di Bruno ed Eugenia, che questo male affrontano senza esprimere giudizi castigatori, a dare al lettore la speranza che l’armonia può vincere sul caos.
Il commissario e l’Amor sacro è una lettura molto interessante, una storia che è rimasta con me anche dopo aver chiuso l’ultima pagina, sicuramente un libro che consiglio di leggere non solo agli amanti del genere.
Doron Velt è lo pseudonimo di un architetto milanese. Svolge saltuariamente e in casi specifici, il ruolo di Costellatore familiare. Frequenta l’ottavo anno presso la Scuola Cabalistica della sua città, nella classe di Rabbi Isidore Kaplan.
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