Recensione: “Il ritorno del Malombra”, il giustiziere che strega la Sicilia

Recensione: "Il ritorno del Malombra", il giustiziere che strega la Sicilia«Quella che ascolterete è la storia di un fantasma al di fuori della legge fisica, ma non di quella della giustizia. Questo è il cunto di chi ha disprezzato il potere fino a domarne le storture. Chi è il Malombra, un uomo che strepita allarmi, che si inventa falsi nemici, un fantoccio? I pupi ce lo diranno, e ci cunteranno come il malombra vorrebbe impupare tutti voi.» (Estratto dalla viva voce del puparo)

Siamo nel 1848 in Sicilia, a San Sallier, nello stesso contesto storico nel quale l’autore, Vincenzo Sacco, aveva ambientato il suo primo romanzo dedicato al personaggio del Malombra (La leggenda del Malombra, Edizioni Spartaco, 2021). Il ritorno del Malombra – la maledizione del puparo, Edizioni Spartaco 2024, rappresenta quindi il secondo episodio di una saga probabilmente destinata a continuare, data l’ecletticità del personaggio che si presta a essere raccontato in numerose avventure.

Nel 1848 la Sicilia, come molte altre parti d’Europa, è attraversata da un forte fermento rivoluzionario. L’anno fu segnato da numerose rivolte e insurrezioni contro il dominio borbonico che governava l’isola. I siciliani si sollevarono per chiedere maggiore autonomia, libertà e riforme politiche, ispirati dai moti rivoluzionari che stanno scuotendo il continente europeo.

Il Malombra è il protagonista della storia e rappresenta un eroe coraggioso e determinato, un personaggio che, pur essendo nascosto dietro la sua identità segreta, lotta contro l’ingiustizia e le minacce che affliggono il suo villaggio di San Sallier. Ma è anche un antieroe, destinato all’ombra e alla solitudine, in compagnia del solo inseparabile amico Diavolo, il fedele cane di mannara. Malombra è una figura misteriosa e sovrannaturale che si insinua nel corpo delle vittime per punire gli oppressori, è uno spirito, un demone che compare di notte, in sella a un cavallo scheletrico seguito dal suo cane. La leggenda del Malombra si diffonde tra la popolazione come un fantasma temuto e rappresenta una sorta di giustiziere soprannaturale che lotta contro i soprusi e le ingiustizie del potere oppressivo. È inoltre descritto come una figura inquietante e beffarda, con un ruolo di vigilante oscuro.

Dietro la maschera di eroe, nasconde anche un lato umano molto forte, rappresentato dal suo alter ego, il principe Leonardo Valentini, giovane di antica casata che vanta una raffinata educazione letteraria coltivata in Francia e la cui storia si sviluppa in parallelo alle avventure e disavventure del protagonista.

In particolare, le cose si scombinano quando nel villaggio giunge il Circo degli orrori, una compagnia di artisti girovaghi che si esibisce sulla piazza presentando i suoi artisti (quelli che oggi verrebbero chiamati freaks, ovvero fenomeni da baraccone), un’umanità variegata caratterizzata da elementi orrifici, al limite del fantastico, dalle gemelle siamesi Pedro e Ramona all’Elephant Man. L’enigmatico capo della compagnia è il Puparo, che inscena una rappresentazione distorta della vita del Malombra, con l’intento di infangare la figura dell’eroe e di distruggere la sua leggenda.

Non mi spingo oltre nel raccontare una trama complessa, ricca di colpi di scena e di avvenimenti che vedono protagonisti i numerosi personaggi di quest’avventura epica, dove i buoni lottano contro i malvagi in modo rocambolesco. E poi, spingersi oltre significherebbe togliere il piacere della lettura della storia.

Voglio invece soffermarmi sulle peculiarità dello stile di Vincenzo Sacco, che di certo trae ispirazione dal genere epico della Chanson de Roland, e dal romanzo picaresco, almeno nelle parti più colloquiali e popolari.

La scrittura di Vincenzo Sacco è coinvolgente e avvincente, pensata per catturare l’attenzione e far immergere il lettore nel mondo di San Sallier. È caratterizzata da un tono amichevole/avventuroso, che rende facile seguire le peripezie del Malombra e dei suoi amici. L’autore utilizza descrizioni vivide e dettagliate per dipingere i personaggi e gli ambienti, sia naturali che socioculturali, creando un’atmosfera misteriosa e a volte anche un po’ inquietante, perfetta per una storia di eroi e di misteri.

La narrazione alterna momenti di azione a momenti di introspezione permettendo al lettore di entrare in confidenza con i sentimenti e le motivazioni dei protagonisti. Inoltre, l’uso di dialoghi vivaci e diretti restituisce personaggi realistici e vicini al lettore.

L’intero testo è anche fecondo di elementi simbolici e metafore che aggiungono profondità alla storia e invitano a riflettere su temi come il coraggio, la giustizia e l’amicizia. I molti e colti riferimenti, in particolare alla letteratura e alla filosofia francese, arricchiscono il romanzo già di per sé molto piacevole, rendendolo fruibile anche ai lettori più esigenti.

Vincenzo Sacco oltre ai romanzi che hanno per protagonista il Malombra ha pubblicato Pornozeus, (Novacento, 2012), Il ragazzo che non voleva morire (Spazio Cultura, 2018), gli spy-thriller Sigonella Files (Bibliotheka Edizioni, 2019) e Sigonella Secrets (Bibliotheka Edizioni, 2022), e il saggio Screen Wide Shut. Cinema e massoneria (Rogas, 2018).

È il direttore della divisione distribuzione di Altre Storie. Dal 2019 è direttore artistico del Sicilia film Fest. Fondatore del blog pop nerd Librisenzagloria.com, autore del podcast Shazaam. I film che non hai mai visto ha condotto format web dedicati al mondo televisivo.

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