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Recensione: “Ma quando arriva?” – Lo sguardo tattile

Recensione: "Ma quando arriva?" - Lo sguardo tattile Recensione: "Ma quando arriva?" - Lo sguardo tattileMa quando arriva?
di Violeta Gomez
Carthusia

Ma quando arriva? è un silent book.

I silent book sono quanto di più vicino all’arte possiamo trovare sugli scaffali delle librerie.

“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.”  – Paul Klee

Nessuno può sapere con esattezza cosa prova un bambino quando guarda il mondo intorno a sè. Mi piace pensare che il suo guardare sia “tattile”, perché ricordo in prima persona di come le immagini da bambina erano così dense che pareva di poterle toccare.

Nato dall’incontro a una fermata dell’autobus tra l’autrice e una ragazzina che giocava con una gomma da masticare, Ma quando arriva? è un libro quasi magico. I disegni pastosi, materici, fatti di forme piatte riempite di colore, hanno l’aspetto rassicurante dei disegni dei bambini.
Raccontano senza troppi fronzoli una storia minima che tuttavia cattura la nostra curiosità.

Così mentre i grandi alla fermata dell’autobus rimuginano sui loro problemi, spulciano un libro o fissano il telefono, una bambina inizia a fantasticare sulle piccole cose che accadono intorno a lei. Inizia a guardare il mondo in modo diverso…

Nell’adulto le modalità di visione sono altre. Si guarda attraverso i concetti non attraverso gli occhi. Se guardassimo attraverso gli occhi, vedremmo le cose composte da un concerto di linee che si spostano, danzano e si muovono: invece vediamo solo “le cose”. Vediamo solo il concetto delle cose. Cioè, non vediamo.

Per guardare come un bambino bisogna fidarsi: lasciarsi andare al piacere di esplorare una linea come fosse un sentiero sconosciuto, o a perdersi come astronauti in uno spazio vuoto, senza aggrapparsi subito al bisogno di orientarsi.

Bisogna imparare a tastare l’immagine sentendo coi polpastrelli degli occhi che un insetto somiglia a un elicottero, un geco a un drago tutto verde, un gattino giallo e nero a una grande tigre da cavalcare. Chi cerca cose (quella macchia lì assomiglia a…!) si disancora dalla modalità “concettuale” del vedere, dove le forme stanno per qualcosa.
Questo libro è fatto di cose che sono esse stesse protagoniste, rimandano ad altro e toccano in noi significati molto profondi.
Disegno dopo disegno ci interrogano su cosa è il mondo che vediamo fuori di noi, e su quello che sentiamo vibrare dentro di noi, e ci impongono di dare delle risposte. Sfogliando le pagine ci accorgiamo che dobbiamo per forza di cose fare una sintesi, scegliere un angolo di visione, un modo di riconoscere la realtà o lasciarci andare alla fantasia.

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