Roma, sconvolgente Maria “laica” a teatro: Erri De Luca infiamma il Teatro Torlonia

Roma, sconvolgente Maria “laica” a teatro: Erri De Luca infiamma il Teatro Torlonia“In nome della madre” al Teatro Torlonia: le date da segnare

Dal 8 all’11 gennaio 2026 Roma accoglie uno degli spettacoli più attesi della stagione teatrale.
Al Teatro Torlonia arriva “In nome della madre”, tratto dal romanzo di Erri De Luca.
La regia è di Gianluca Barbadori, mentre in scena troviamo l’intensa Galatea Ranzi.

Gli orari sono pensati per il pubblico serale e familiare.
Tutte le sere spettacolo alle 20, con replica domenicale alle 18.
Il titolo si inserisce nel filone degli spettacoli a Roma che rileggono i grandi miti religiosi.

La produzione è del Teatro Biondo Palermo.
La collaborazione coinvolge la coop. Ponte tra Culture e AMAT Marche, con il patrocinio della Regione Marche.

Una Maria laica e potentissima: la rilettura di Erri De Luca

La storia di Miriàm, ragazza di Galilea

La vicenda è narrata in prima persona da Miriàm, giovane ragazza della Galilea.
Un giorno ha una visione inattesa.
Un angelo le annuncia una gravidanza misteriosa e il destino di grandezza del figlio.

Subito dopo la visione, Miriàm scopre davvero di essere incinta.
Da qui nasce il cuore drammatico dello spettacolo teatrale.
La ragazza decide comunque di dire tutto a Iosef, il promesso sposo.

Miriàm sa bene di rischiare la lapidazione.
Tuttavia rifiuta ogni menzogna, difende il mistero del suo corpo e la propria innocenza.
Iosef, dopo un sogno premonitore, decide di sposarla lo stesso.

Questo gesto sfida i benpensanti di Nazaret e le rigide leggi del tempo.
Intanto, l’occupazione romana organizza un censimento.
Per i due sposi nasce un viaggio lungo e difficile, a pochi giorni dal parto.

Teatro, maternità e fede: un Vangelo laico sul palco romano

Il linguaggio semplice e poetico di De Luca

Il testo di Erri De Luca usa una lingua semplice, quasi scarna.
Eppure ogni frase possiede un peso poetico e teologico.
L’autore attinge al Talmud, a studi biblici pluriennali e alle fonti storiche romane.

Questo lavoro non serve a fare cronaca religiosa.
Serve piuttosto a dare alla storia uno sfondo credibile e concreto.
L’obiettivo è “raccontare qualcosa che non c’è”.

Nasce così una versione laica e profondamente umana della nascita di Gesù.
Lo spettacolo parla di fede, ma anche di dubbio, paura e coraggio.
Per questo coinvolge credenti e non credenti, senza retorica.

Galatea Ranzi, un monologo che scava nell’animo

In scena c’è una sola grande presenza: Galatea Ranzi.
L’attrice dà voce a Miriàm adulta, ormai consapevole del destino del figlio.
La recitazione è misurata, quasi sussurrata, ma emotivamente travolgente.

La regia di Barbadori costruisce un clima intimo.
Il pubblico sembra seduto accanto a Miriàm, nella sua stanza.
Ogni gesto è essenziale, ogni pausa fa rumore.

I costumi di Lia Francesca Morandini contribuiscono a questa dimensione sospesa.
Non insistono sul colore storico, ma evocano una femminilità universale.
Le luci accompagnano il racconto, senza mai sovrastarlo.

Lo spettacolo diventa così un incontro diretto con una madre.
Una donna che ha conosciuto la paura, ma non ha ceduto alla menzogna.
La sua forza è silenziosa, e proprio per questo ancora più radicale.

Un evento da non perdere nella stagione teatrale 2026 a Roma

“In nome della madre” tocca temi centrali nella nostra società.
Parla di maternità, responsabilità, libertà del corpo e scelte difficili.
Racconta anche il peso dello sguardo sociale e del giudizio collettivo.

La messinscena al Teatro Torlonia promette un’esperienza intensa e raccolta.
Ogni spettatore viene chiamato a ritrasmettere il messaggio di amore e speranza.
La storia di Miriàm risuona così nel presente, tra cronaca, attualità e spiritualità laica.

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