Stasera in tv appuntamento con Binario cinema 

Ogro

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Spagna, 1973. Per liberare 150 detenuti politici, l’E.T.A. progetta il sequestro dell’ammiraglio Luis Carrero Blanco, “delfino” di Francisco Franco, detto Ogro. Ma quando Franco lo nomina presidente del consiglio i piani dell’organizzazione separatista basca cambiano del tutto. Una storia che Gillo Pontecorvo racconta nel film “Ogro” con Gian Maria Volonté e Angela Molina, in onda domenica 29 giugno alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario Cinema”. Presentato in anteprima al Festival di Cannes del 1979, il film vinse il David di Donatello nel 1980 per la migliore regia.
La lotta armata come strumento di lotta politica. Di questo si parla essenzialmente in Ogro, film sulle gesta di terroristi che prima decidono di rapire il generale Carrero Blanco poi, diventato delfino del caudillo Francisco Franco decidono di ucciderlo in un attentato dinamitardo. In realtà il film è mosso da una parte dalle esigenze spettacolari che gli fanno mettere in scena con precisone gli avvenimenti narrati (anche se il ritmo risulta abbastanza fiacco e non si sente la pressante urgenza della narrazione dei fatti che si trovava ne La battaglia di Algeri) dall’altra è mosso da esigenze politiche in quanto si cerca di trasformare questo film in un dibattito sulla pertinenza o meno della lotta armata come strumento di lotta politica.E spesso questo secondo aspetto del film prevale sul primo facendo sconfinare Ogro nel didascalismo. I dialoghi si fanno più fitti e il film si ripiega inevitabilmente su se stesso perdendo molto del suo impatto quasi da spy story che aveva all’inizio.Nessun intento giustificativo del terrorismo comunque, solo un tentativo a mio parere infruttuoso di spiegarne le ragioni (vedi il dialogo tra il terrorista e l’attivista sindacale che non si convince alla lotta violenta nonostante le domande pressanti dell’altro). Altro aspetto importante è che è inevitabile che lo spettatore italiano pensi alla situazione interna italiana.

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