Marisol

Palermo. Nel popolare quartiere del Capo, la festa della Madonna della Mercede, fa da sfondo al vivere quotidiano di una bambina e della sua famiglia, tra sacro e profano e in condizioni di assoluta povertà. È “Marisol”, di Camilla Iannetti, in onda sabato 21 giugno alle 23.00 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.
È all’insegna del fai da te o quasi se non fosse per qualche sporadico supporto tecnico in fase di ripresa il leit motiv della lavorazione di Marisol, saggio di diploma con il quale Camilla Iannetti ha terminato il suo periodo di formazione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. Ed è con questo documentario, presentato nel concorso italiano della quinta edizione di Visioni dal Mondo, che la giovane regista ha dovuto e voluto affrontare in navigazione solitaria (ma assistita) un intero processo creativo dal suo primo vagito al final cut. Una condizione che a conti fatti si è rivelata forse il punto di forza dell’operazione, con il lavoro individuale che, visti i temi affrontati, le tipologie di soggetti ritratti e la ristrettezza delle topografie dei luoghi che hanno fatto da cornice al racconto, ha permesso di creare una piena sintonia tra chi filma e coloro che vengono filmati.
Nel mezzo la bravura, nonostante le difficoltà riscontrate sul campo che come vedremo hanno influito sul prodotto finale, di un’autrice ancora acerba da un punto di vista formale ma dal potenziale intrinseco cristallino. Una bravura che si palesa nel momento in cui, rotto il ghiaccio e conquistata la fiducia dei protagonisti, riesce a entrare con la videocamera nella sfera privata di una famiglia per restituirne l’intimità. Il tutto senza violarla o alterarla, ma in una posizione di ascolto e osservazione pura di chi sa aprire il cuore prima di premere il tasto del Rec.
Nel mezzo la bravura, nonostante le difficoltà riscontrate sul campo che come vedremo hanno influito sul prodotto finale, di un’autrice ancora acerba da un punto di vista formale ma dal potenziale intrinseco cristallino. Una bravura che si palesa nel momento in cui, rotto il ghiaccio e conquistata la fiducia dei protagonisti, riesce a entrare con la videocamera nella sfera privata di una famiglia per restituirne l’intimità. Il tutto senza violarla o alterarla, ma in una posizione di ascolto e osservazione pura di chi sa aprire il cuore prima di premere il tasto del Rec.
Appuntamento da non perdere.
Commenta per primo