Alla fine del XIX secolo, un giovane bolognese di madre irlandese, con la passione per il mare e per l’elettrotecnica, ha una straordinaria intuizione: sfruttando le onde elettromagnetiche da poco studiate da Hertz, si può arrivare a trasmettere un segnale a distanza, senza bisogno di cavi. Questo geniale autodidatta è Guglielmo Marconi. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Lucio Villari – recentemente scomparso – nella puntata di “
Passato e Presente”, riproposta sabato 17 maggio alle 20.30 su Rai Storia per la Giornata mondiale della Telecomunicazione. Trovato sostegno nel Regno Unito, Marconi investe tutti i suoi risparmi nel progetto e, nel 1901, dimostra al mondo di avere ragione, inviando il primo segnale radio transatlantico, dalla Cornovaglia al Canada. In pochi anni, grazie alle sue apparecchiature, chi s’imbarca per attraversare l’Oceano avrà finalmente una possibilità di salvezza, in caso di naufragio. Celebrato in tutto il mondo, Marconi non smette di sperimentare, aprendo la strada alla radiofonia e alla telefonia. Mette a punto anche un sistema di trasmissione a onde corte, fino a immaginare l’uso del radar e la radio-navigazione cieca. Con il suo intuito e il suo coraggio traghetta il mondo dall’epoca delle macchine a quella delle comunicazioni, ridisegnando il presente e il futuro.
La questione dell’adesione di Guglielmo Marconi al fascismo è molto complessa ed è tuttora oggetto di studio. Certamente fu fortemente corteggiato, fin dall’inizio, dal regime, come d’altronde lo era stato dai governi precedenti, e decise di aderire, non tanto per i posti di rilievo negli organi nazionali, che arrivarono in seguito, quanto per lo spirito patriottico che rappresentava in principio. I fascisti, influenzati dal futurismo, avevano esaltato la figura e l’opera di Guglielmo Marconi come espressione del genio italiano, tanto che Mussolini, già in un discorso aveva affermato: “L’Italia è l’onda magnetica di Marconi”.
Raiplay.
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