Stasera in tv “Linea di confine”, la banda della Uno Bianca
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Stasera in tv “Linea di confine”, la banda della Uno Bianca

Una scia di terrore lunga 7 anni

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Tra il 1987 e il 1994 la banda della Uno Bianca terrorizza Emilia-Romagna e Marche. In 7 anni l’associazione criminale compie 103 azioni tra rapine a mano armata e omicidi a sangue freddo, con 114 feriti e 24 morti. Una vicenda al centro di “Linea di confine”, il programma di Antonino Monteleone, in onda mercoledì 7 maggio alle 23.40 su Rai 2. Il 4 gennaio 1991 a Bologna, una pattuglia dei carabinieri viene trucidata. Otello Stefanini, Andrea Moneta e Mauro Mitilini vengono finiti con un colpo alla nuca, dopo un sanguinoso conflitto a fuoco. Passerà alla storia come “La strage del Pilastro”. Dopo anni di indagini andate a vuoto, depistaggi e presunte ingerenze dei servizi segreti per i delitti della Uno Bianca, nel 1996, sono condannati i tre fratelli Roberto, Fabio e Alberto Savi, Marino Occhipinti, Pietro Gugliotta e Luca Vallicelli. Cinque dei 6 componenti della banda erano poliziotti. In studio con Antonino Monteleone l’ex prefetto di Roma e vicecapo vicario della Polizia di Stato Achille Serra; l’avvocato dei familiari delle vittime Alessandro Gamberini; il giornalista Antonio Iovane; Daniele Paci, il sostituto procuratore di Rimini.
Inizio novembre di trent’anni fa. Due poliziotti della questura di Rimini fanno una scoperta che di lì a poco porterà a sconfiggere una delle formazioni criminali più sanguinarie e pericolose, la banda della Uno Bianca: «Eravamo negli uffici della polizia a Bologna per cercare informazioni sul fratello di Fabio Savi, che sospettavamo essere implicato in una rapina della banda – racconta oggi l’ex ispettore Baglioni -. Un’ispettrice ha aperto il fascicolo di Roberto Savi e vedendo la foto ha esclamato: è uguale all’identikit della rapina all’armeria». Il peggio però deve ancora arrivare, perché un altro agente dello stesso ufficio, incuriosito dalla chiacchierata, sbirciando la foto aggiunge: «Ma questo è un collega, lavora qui sopra, in sala operativa, se volete parlarci vi porto da lui».

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