“Un giorno in Pretura”, il processo a Giuseppe Di Fonzo
Accusato dell’omicidio della figlia Emanuela di 3 mesi

In base alle ricostruzioni degli inquirenti, la bimba, nata nell’ottobre 2015, era tornata in ospedale diverse volte, per 67 giorni complessivi, proprio a causa di crisi respiratorie. Che, secondo l’accusa, sarebbero state provocate dal padre, che avrebbe tentato di ucciderla anche in casa in almeno altre due occasioni.
L’uomo era stato condannato in primo grado a 16 anni di reclusione con l’accusa di omicidio preterintenzionale, ma nel settembre 2020 l’ipotesi è stata riqualificata dai giudici di appello in omicidio volontario premeditato, e Difonzo è stato condannato all’ergastolo. Nel marzo 2022, la Corte di cassazione ha annullato la condanna e l’uomo è stato scarcerato. Il nuovo processo di appello, invece, si è concluso con la condanna a 29 anni (sono state riconosciute le attenuanti generiche). Giuseppe Difonzo, secondo le perizie, sarebbe affetto dalla «sindrome di Munchausen per procura». Si tratta di una condizione psichiatrica che prende il nome dall’omonimo barone vissuto nel XVIII secolo, famoso per la sua inclinazione a raccontare avventure inventate per attirare l’attenzione.