La memoria di una delle prime stragi naziste in Italia rivive su Rai Storia. Stasera il documentario “19 settembre 1943. La strage di Boves” racconta una tragedia rimasta impunita. Un episodio che segnò l’inizio del terrore tedesco contro i civili italiani.
L’8 settembre 1943: l’inizio della Resistenza
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’Italia si trova divisa e nel caos. Iniziano a formarsi le prime bande partigiane per opporsi all’occupazione tedesca. Inoltre, molte città del Nord diventano teatro di scontri e rappresaglie.
Boves, in provincia di Cuneo, rappresenta uno dei primi centri di sviluppo partigiano. Tuttavia, questa resistenza spontanea scatena la feroce reazione delle truppe tedesche. La cittadina piemontese diventa simbolo del terrore nazista contro i civili.
La strage del 19 settembre: 23 vittime innocenti
Il 19 settembre 1943 le truppe tedesche guidate dal maggiore Joachim Peiper entrano a Boves. L’operazione di rappresaglia si trasforma rapidamente in una strage indiscriminata. Ventitré persone perdono la vita in quella giornata di terrore.
Tra le vittime si contano il parroco don Giuseppe Bernardi e il viceparroco don Mario Ghibaudo. Il giovane sacerdote, di appena 23 anni, viene ucciso mentre benedice un anziano ferito. La sua morte avviene davanti agli occhi terrorizzati del nipote dell’uomo.
Un documentario per non dimenticare
La narrazione di Isabella Insolvibile
Stasera alle 22.10 su Rai Storia va in onda lo speciale realizzato da Rai Cultura. “19 settembre 1943. La strage di Boves” è firmato da Sara Chiaretti, Vincenzo Reale e Clemente Volpini. La regia è affidata a Leonardo Sicurello per un racconto che unisce rigore storico ed emotività.
La storica Isabella Insolvibile guida la narrazione di questa tragica pagina della storia italiana. Il suo racconto restituisce il contesto storico e umano della strage. Inoltre, analizza le conseguenze di questo crimine rimasto senza giustizia.
Testimonianze d’archivio preziose
Il documentario si arricchisce di testimonianze d’archivio straordinarie e rare. Tra queste spiccano quelle di Nuto Revelli, scrittore e partigiano cuneese. Anche Dino Giacosa e Faustino Dalmazzo contribuiscono con i loro ricordi diretti.
Queste voci rappresentano un patrimonio documentale inestimabile per comprendere quei giorni terribili. Pertanto, il programma diventa anche un omaggio a chi ha vissuto e testimoniato. Le loro parole restituiscono l’atmosfera di paura e dolore di quel periodo.
Una strage rimasta impunita
La tragedia di Boves rappresenta uno dei primi episodi di violenza sistematica contro i civili. Il maggiore Peiper e i suoi uomini non furono mai processati per questo crimine. La strage rimase quindi impunita come molte altre durante l’occupazione tedesca.
Il documentario sottolinea questa mancanza di giustizia che ha segnato profondamente la comunità bovesana. Inoltre, evidenzia come la memoria collettiva sia diventata l’unica forma di risarcimento. La testimonianza storica sostituisce il verdetto dei tribunali mai pronunciato.
Un appuntamento con la storia italiana
Rai Storia continua la sua missione di custode della memoria nazionale. Il documentario sulla strage di Boves si inserisce nella programmazione dedicata alla Resistenza. Inoltre, rappresenta un momento di riflessione a ridosso dell’anniversario della tragedia.
L’appuntamento è fissato per le 22.10 su Rai Storia per un viaggio nella memoria collettiva. Una serata dedicata a chi vuole comprendere le radici della democrazia italiana. Un tributo necessario alle vittime di una strage che non deve essere dimenticata.
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