Dopo il successo del primo incontro dello scorso 21 maggio, con circa 1500 visualizzazioni, oggi (ore 19) è in programma il secondo dei quattro incontri ideati da Andrea Lucchesini che l’Accademia Filarmonica Romana trasmette sulla sua pagina Facebook. Il tema è quello dell’interpretazione: dopo averne parlato con il violoncellista Mario Brunello, questa volta l’ospite sarà il pianista Alexander Lonquich, fra i più apprezzati interpreti del panorama musicale internazionale, ospite delle principali stagioni concertistiche, spesso anche in veste di direttore-solista, che all’attività concertistica affianca quella della formazione con una particolare attenzione verso i giovani musicisti.
L’incontro partirà come sempre dalla scelta di una composizione: in questo caso Kreisleriana op. 16 di Robert Schumann, otto fantasie scritte nel 1838, fra i capolavori pianistici del periodo romantico e non solo, lavoro molto caro allo stesso Schumann, che attraverso la musica esprime il suo animo tormentato, ispirandosi a Kreisler, personaggio creato Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, “un maestro di cappella strano, esaltato, spirituale” come lo stesso Schumann lo definì. Lucchesini e Lonquich si confrontano e ne parlano prendendo spunto da brevi ascolti tratti da incisioni, alcune di esse storiche: Vladimir Horowitz, Alfred Cortot, Józef Hoffmann, Bruno Walter, Heinrich Neuhaus, Geza Anda fino a quella dello stesso Lonquich. Approcci allo spartito a volte simili, a volte diversi, contrapposti, dalle tante diverse sfumature a evidenziare quanto vario, ampio e affascinante sia il tema dell’interpretazione e il percorso artistico di ciascun musicista. La regia dell’incontro è di Maxim Derevianko. Per chi non potrà collegarsi alle ore 19, l’incontro, una volta pubblicato, rimarrà sul profilo facebook dell’Accademia Filarmonica Romana dove si potrà rivedere in qualsiasi momento, e sarà caricato nei giorni successivi anche sul canale youtube della Filarmonica.
Gli altri appuntamenti saranno il 4 giugno con il compositore Ivan Fedele e dal violinista Francesco D’Orazio in cui ci si soffermerà sul rapporto fra autore e interprete, con l’ascolto della Suite francese VI B per violino elettrico a cinque corde ed elettronica, lavoro del 2018 di Fedele, di cui D’Orazio è uno degli interpreti prediletti. Il quarto e ultimo colloquio sarà con il direttore d’orchestra Daniele Gatti: è di nuovo Schumann a dare lo spunto alla conversazione, con un’altra celebre opera, il Concerto in la minore per pianoforte e orchestra op. 54 per indagare il rapporto fra direttore d’orchestra e solista.