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Chronos & Kronos, ovvero Paolo&Francesco – I favolosi anni ’60

Chronos & Kronos, ovvero Paolo&Francesco - I favolosi anni '60 Chronos & Kronos, ovvero Paolo&Francesco - I favolosi anni '60

I favolosi anni ’60

P: Sai, fRa, quando penso agli anni ‘60, e ci penso continuamente, mi viene su un’ondata di tenerezza, una nostalgia invadente come un’alta marea.

F: Ero ben lungi dall’esser…

P: Lo meritano proprio l’aggettivo “favolosi”. I favolosi anni Sessanta. Quanti avvenimenti, fRa! Quanti favolosi avvenimenti che al loro confronto quelli che ci impressionano oggi sarebbero passati sotto silenzio. Cominciando dalla morte di Fausto Coppi, proprio due giorni dopo l’inizio del ‘60.

F: Sì sì. Però che…?

P: Quasi subito dopo c’è la morte di Adriano Olivetti, quello delle macchine da scrivere, sai, che tutti gli altri industriali italiani invidiosi accusavano di essere comunista perché diceva che non è l’operaio che deve servire alla fabbrica, ma la fabbrica al benessere dell’operaio e aveva inventato la settimana corta un bel pezzo prima che si svegliassero i sindacati.

F: Ne ho quattro di macchine da scrivere. Tutte Olivetti, ovviamente. Ma che…?

P: E in mezzo c’è la morte di Fred Buscaglione, schiantato contro un camion, ai Parioli, con la sua Thunderbird fuoriserie, come uno dei suoi personaggi.

F: Atroce. Chissà se fosse sopravvissuto quanti capolavori ancora ci…

P: E la strage di algerini a Parigi del 17 ottobre 1961? Con il prefetto Papon, distintosi nel governo di Vichy come zelante collaborazionista, che aveva autorizzato i flics a sparacchiare e randellare di brutto i manifestanti e a buttarne a decine nella Senna, tanto non sapevano nuotare?

F: Sì ok, Paolo. Ma che…?

P: E quel 1962? Con Enrico Mattei che precipita in quel posto dal nome buffo – Bascapé – con il suo aereo da presidente dell’Eni, di ritorno da Catania, dove aveva promesso che col cavolo le compagnie petrolifere americane e francesi avrebbero rubato ai siciliani tutto il petrolio dei loro giacimenti?

F: Ho visto il film con Volont…

P: Per non parlare del 1963. La strage di Ciaculli, alla periferia di Palermo, dove vengono inaugurati gli attentati con le autobombe, che funzionano, eccome se funzionano: sette carabinieri volatilizzati con la loro auto …. il disastro della diga del Vajont, che con i suoi millenovecentodieci morti detiene ancora oggi il record italiano delle stragi civili … la spettacolare morte di Kennedy, dove si dimostra che anche l’uomo più potente del mondo può essere fragile come un moscerino davanti a un buon fucile di precisione con mirino telescopico.

Mitico il 1964, con il presidente della Repubblica e il generale dal monocolo d’altri tempi che si divertono a pianificare un colpetto di Stato come i bambini giocano a nascondino.

Quanti morti da ricordare nel 1967! Cominciando da Luigi Tenco, in pieno festival di Sanremo, e poi don Lorenzo Milani confinato nel profondo sud del Mugello, e poi il Che Guevara a La Higuera, in Bolivia, con la foto del cadavere esibita come un trofeo, e subito dopo Gigi Meroni, che tu manco sai chi è ma fai conto che sarebbe come se oggi morisse in un incidente stradale Ciro Immobile.

(fRa, che ha tentato in tutti i modi di capire il motivo di questo lungo elenco di date e fatti dei ‘60 senza riuscirvi, nel frattempo va al bagno, si fa un caffè, risponde a due telefonate di lavoro, e torna a sedere sul divano)

Io, che amo la campagna e la vita contadina, il 1968 lo ricordo non tanto per le lotte studentesche e le occupazioni delle università, quelle erano bazzecole. Vuoi mettere il fascino della manifestazione contadina di protesta ad Avola e la relativa strage della polizia, con decine di feriti e due morti ammazzati?

(Mentre parla, Paolo va verso il terrazzo di casa sua)

E poi c’è il 1969, con tutte quelle belle bombe. Quelle dell’Agosto, piazzate in diversi treni sparpagliati su tutta la rete ferroviaria, che però non fanno morti. Ma quella del dicembre alla Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano, quella sì che ne fa di morti. Diciassette. Ma mica ci sono state solo le bombe, no. Ci sono stati anche gli scontri tra manifestanti e polizia a Battipaglia, con il bilancio di un paio di morti.

F: (mentre Paolo continua a parlare)

Ho capito, Paolo. Queste cose le sanno tutti. Cioè, tutti…Quasi tutti. Che senso ha rivangare? Finiremmo per tirare fuori le solite frasi fatte, di circostanza, a usare la medesima retorica. Perché sono stati errori commessi da qualcuno e a avallati dai più, quelli che mi stai elencando. E tra i questi famosi più ci siamo anche noi. Paolo, mi senti?!

P: E poi mi piace ricordare la battaglia di corso Traiano, a Torino, durata la bellezza di dodici ore. Dice che da lì sono nati Potere Operaio e Lotta Continua.

(pausa, Paolo si volta a guardare fRa)

Scusa, dicevi?

Paolo Banfi & Francesco Tozzi

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