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La luna storta di Francesco Tozzi – Tra l’Amba Alagi e l’Amba Aradam

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“Quanto è costato l’ambaradan?”

Ha detto proprio così. Chissà da chi l’avrà sentita, quell’espressione.

L’ha detta proprio così, attaccando tutte le sillabe, una dopo l’altra, anche un po’ scocciata, di certo disillusa, quasi a volermi convincere di aver capito tutto, di capire il mio stato, la mia prostrazione e frustrazione (perché no?): vestito come uno scemo, a lottare contro le zanzare, in una fredda mattina d’aprile, a fare finta di essere un altro.

Lei sa chi sono. Sa che è tutto finto, attorno a lei: la stanno prendendo in giro da quando è nata, lei lo sa.

Però non dice niente.

Tanto lei ha capito tutto. Ha già capito tutto.

Lei ha 10 anni, frequenta la 5a elementare, e l’altra mattina mi ha chiesto: “Quanto è costato l’ambaradan?”.

L’ambaradan sarebbe il mio spettacolo, lo spettacolo con cui la mia compagnia ha debuttato, a incasso, quasi tre anni fa – e che adesso è richiestissimo (sic) da buona parte delle scuole del territorio – e mantiene 5 attori e una guida.

Sì, le prime tre repliche di questo spettacolo “siamo andati a incasso”. È ovvio, non ci guadagnammo (quasi) niente; ma da qualche parte bisognava pur cominciare, fosse pure dall’Amba Alagi. O dall’Amba Aradam.

Noi credevamo. E crediamo tuttora.

Ma lei, che sa tutto, e che tutto ha capito, non crede. Perché ‘ste cose non le sa. Come può saperle?

Come si può pretendere che i nostri ragazzi sappiano certe cose?

Da chi avrà sentito quell’espressione, da chi avrà copiato quel tono di voce?

Ai poster l’ardua risposta.

A dare dei geni a tutti i ragazzini (o ai ragazzi,in generale) per blandirli, a volte si rischia di far peggio di quando li denigriamo.

“Ci vorrebbe una via di mezzo”, una cosa tra l’Amba Alagi e l’Amba Aradam, unire le due zone sarebbe pericoloso, è pericoloso; perché rischiamo di banalizzare, di generalizzare tutto.

Allora non possiamo stupirci se questi ragazzi non sognano più: siamo noi a imporre loro di non farlo. Indirettamente, magari, ma è così.

“Quanto è costato l’ambaradan?”

3 volte me l’ha chiesto. 3.

E io, portando l’indice alla bocca e indicando il paesaggio: “Guarda. Ambaradan costì…”

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