Dopo il primo conflitto mondiale, l’avvento della pace fece sorgere nei popoli un avvenire di benessere, disatteso dall’emergere del fascismo e del nazismo. Il periodo tra le due guerre viene indagato da Hombert Bianchi nel suo lavoro “
La pace perduta”, con la narrazione di Arnoldo Foà, andato in onda dal 21 maggio 1968 sul Secondo Programma nazionale, e riproposto da Rai Cultura venerdì 28 febbraio alle 18.30 su Rai Storia nella puntata “La violenza dell’ora decisiva” che pone al centro il clima di tensione e violenza che man mano va dilagando in tutta Europa nei primi anni Venti del Novecento. Ci si sofferma in particolare sull’avanzata del fascismo e di Mussolini, alla conquista delle città con migliaia di uomini armati, forgiati dalla Prima guerra mondiale, e sulla controffensiva che, dove avveniva, era disperata: dalla resistenza delle leghe cattoliche a Cremona ai reticolati a Bari, dalle lotte sanguinose a Genova e Ancona, alle barricate e trincee a Parma. Qui risalta la testimonianza di Alvaro Zucchi, ardito del popolo, che racconta come l’intera città abbia resistito all’attacco di Italo Balbo: furono costruite grandi trincee con qualsiasi materiale fosse buono, dalle pietre alle panche. Donne, ragazzi, giovani, vecchi, di qualsiasi schieramento, si ritrovarono uniti in una sola volontà, respingere i fascisti. Dopo giorni di sparatorie, assalti improvvisi, e una cinquantina di morti, Parma resistette e i fascisti non presero mai la città.
Nell’estate del 1922, in seguito all’inasprirsi delle violenze fasciste contro le organizzazioni e le sedi del movimento operaio e democratico, l’Alleanza del Lavoro proclamò per il 1° agosto 1922 uno sciopero generale nazionale in “difesa delle libertà politiche e sindacali”. Contro la mobilitazione dei lavoratori si scatenò la violenza delle squadre fasciste lungo tutta la penisola. L’Alleanza del Lavoro sospese lo sciopero il 3 agosto, ma le aggressioni aumentarono.
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