Nel cuore del Sultanato di Oman sorge un piccolo miracolo verde. L’oasi di Al-Ain si trova a nord-ovest del paese, arroccata sulle scogliere calcaree della Montagna Verde. Questo luogo straordinario sarà protagonista di “Oasi, sentinelle del deserto”, in onda oggi alle 14.50 su Rai 5.
Un’oasi a 3000 metri d’altezza
La città si erge a 3000 metri sulla montagna. Qui le temperature si mantengono miti, intorno ai 28 gradi. Invece, a valle il termometro segna 40 gradi all’ombra. Questo clima favorevole ha permesso lo sviluppo di un’agricoltura unica.
Le terrazze sono scavate direttamente nella roccia. Ospitano grandi cespugli di rose damasco, coltivazione simbolo dell’oasi. Inoltre, questo verde lussureggiante persiste da quasi 4000 anni.
Gli aflaj: antichi canali patrimonio Unesco
Il villaggio è attraversato da una complessa rete di canali. Questi sistemi sono chiamati falaj, o aflaj al plurale. Alcuni hanno circa 4500 anni di storia. Per questo motivo, rientrano nel patrimonio mondiale Unesco.
I custodi dell’acqua
I tunnel scavati nella montagna raccolgono l’acqua di infiltrazione. Quindi, la convogliano in cisterne che alimentano gli aflaj. Ciascun villaggio si occupa autonomamente di questi tunnel. Solo i wakil, custodi dell’acqua, ne verificano il funzionamento. Il loro ruolo passa di padre in figlio.
Ogni operazione viene registrata accuratamente. Di conseguenza, si evitano conflitti tra le comunità.
I cambiamenti climatici minacciano le oasi
Purtroppo, l’acqua sta diventando sempre più scarsa. I cambiamenti climatici rappresentano una minaccia concreta. Per questo, i contadini si stanno coalizzando nuovamente.
Uomini come Abdullah Al-Ghafri guidano questa resistenza. L’ingegnere e professore all’università di Nizwa restaura pozzi antichi. Inoltre, installa pompe solari per preservare le risorse idriche.
Una comunità che resiste
Questa gestione attenta permette alla vita di proseguire. I coltivatori di rose e i distillatori continuano il loro lavoro. Le donne allevano tradizionalmente greggi di pecore. Anche le api dipendono dai fiori delle oasi per sopravvivere.
Jebel Akhdar: la montagna della fertilità
Jebel Akhdar significa “montagna verde” in arabo. Questo nome non è casuale. La zona ospita infatti una fattoria immensa. Fornisce frutta e verdura al Sultano della regione.
Si tratta di una vera dimostrazione di successo agricolo. Le oasi riescono a produrre alimenti di qualità nelle condizioni più estreme. Pertanto, rappresentano un modello di resilienza e adattamento.
Il documentario mostra come antiche tecniche e innovazione moderna si fondano. Insieme, garantiscono la sopravvivenza di queste comunità nel deserto.
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