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Oggi, Il rapimento Moro a “Cento, un secolo di radio”

Nuova imperdibile puntata

Oggi, Il rapimento Moro a "Cento, un secolo di radio"

Cento, un secolo di radio“, condotto da Umberto Broccoli, martedì 28 novembre, dalle 17.05 alle 17.30 su Rai Radio1 ricorda il rapimento, l’assassinio e le esequie di Aldo Moro. Lo statista democristiano fu rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978 mentre il Governo Andreotti si apprestava a ottenere il voto di fiducia da entrambi i rami del Parlamento con l’appoggio esterno di Psi, Pri, e Psdi e anche del Pci. Moro fu assassinato il 9 maggio successivo, dopo 55 giorni di prigionia e i funerali di Stato in San Giovanni in Laterano si svolsero in assenza del corpo del politico per esplicito volere della famiglia, che non vi partecipò ritenendo che lo Stato poco o nulla avesse fatto per salvare la vita di Moro e scegliendo di svolgere le esequie in forma privata presso la chiesa di San Tommaso di Torrita Tiberina. Si ripercorreranno i tratti salienti della vicenda, dalla notizia del rapimento data da Cesare Palandri in un’edizione straordinaria del Gr2, alla benedizione di Papa Paolo VI dal rito funebre nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma.

Tra i fondatori della Democrazia Cristiana e suo rappresentante nella Costituente, Moro ne divenne dapprima Segretario dal 1959 al 1964 e in seguito Presidente nel 1976; all’interno del partito aderí inizialmente alla corrente dorotea, ma negli anni 1960 assunse una posizione più indipendente formando la corrente morotea. Fu Ministro della giustizia (1955-1957), della Pubblica istruzione (1957-1959) e per quattro volte Ministro degli esteri (1969-1972 e 1973-1974) nei governi presieduti da Mariano Rumor ed Emilio Colombo. Cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri, guidò governi di centro-sinistra “organico” tra il 1963 e il 1968 e tra il 1974 e il 1976 promuovendo la cosiddetta strategia dell’attenzione verso il Partito Comunista Italiano attraverso il compromesso storico[1] e determinò la nascita del Governo Andreotti III (definito il governo della non-sfiducia) sul quale il PCI garantiva l’astensione.

Appuntamento imperdibile.

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