Una scintilla innescò il nitrato d’ammonio: l’esplosione devastò la città, provocando più di 200 morti. I responsabili non sono stati puniti. Il Libano precipita tra crisi, furti, violenze, suicidi. A poche ore dall’anniversario, Beirut trascina sul baratro le sue antiche contraddizioni. Costanza Spocci ne parlerà a “Radio3 Mondo” mercoledì 4 agosto alle 11 su Radio3 con Roberto Renino, giornalista freelance esperto di Libano, che ha seguito sul campo le proteste del 2019-2020 e le ripercussioni e gli effetti del conflitto siro-libanese dal confine. Sarà ospite anche Fabrizio Carucci, responsabile attività di salute mentale di MSF in Libano. La risposta della classe dirigente è la crisi economica che oggi consuma il Paese. Il potere d’acquisto è stato annichilito dalle disinvolte operazioni della banca centrale, dall’inflazione. Metà della popolazione vive sotto la soglia della povertà. Il nuovo primo ministro designato, Najib Mikati, ha ricevuto il 26 luglio l’incarico di formare un esecutivo dal presidente Micheal Aoun, subentrando al dimissionario Sa’ad Hariri. Il magnate e parlamentare libanese è nei circoli di potere da tempo, avendo ricoperto il ruolo di capo dell’esecutivo già due volte. A un anno esatto dall’esplosione, al Paese sembra mancare poco per implodere.
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